L’Inghilterra del calcio ha compiuto un altro passo in avanti che invita a riflettere: Emma Hayes, 47 anni, 13 titoli conquistati alla guida del Chelsea Women dal 2012 a oggi, dalla prossima estate ct degli Stati Uniti, ha ricevuto il Football Writers’ Tribute Award, assegnato dai giornalisti e corrispondenti made in England. Hayes è la prima donna a vincere il premio in 42 edizioni: “È preoccupante che io sia la prima a ottenere questo riconoscimento”, il suo commento sul palco.

Hayes, originaria del quartiere londinese di Camden, carriera di giocatrice interrotta all’età di 17 anni dopo un grave infortunio sugli sci, laurea all’Università Hope di Liverpool, è un’icona del calcio femminile inglese. Diverse giocatrici di primo livello le riconoscono, oltre alla competenza tecnica, grande umanità. Nei momenti di difficoltà, le sue calciatrici hanno un sicuro punto di riferimento. Hayes possiede anche doti di leadership non indifferenti. Ha studiato a fondo i metodi di Alex Ferguson e più volte ha citato un esempio caro allo scozzese: lo stile di volo delle anatre. “Si muovono come una V perfetta e si alternano al comando della spedizione. Tradotto, tutte le mie giocatrici devono sapersi calare nei panni del leader”.

Il premio ricevuto dai giornalisti inglesi è stato attribuito in passato a mostri sacri del calcio: José Mourinho, Arséne Wenger, Didier Drogba, Steven Gerrard, Wayne Rooney. Il trionfo di Hayes coincide in un momento in cui l’Inghilterra deve fare i conti con la polemica scatenata dall’eterno bad boy Joey Barton – ex centrocampista con diversi precedenti per rissa, oggi allenatore – sulle commentatrici televisive. Concetto basico: le donne non sono in grado di parlare del football maschile con competenza. Parole che hanno scatenato il putiferio. Persino il premier Rishi Sunak, leader del governo ultraconservatore britannico, in grande sintonia con Giorgia Meloni, ha definito “senza senso” il dibattito aperto da Barton. La Gran Bretagna sta conducendo politiche di estrema intolleranza nei confronti dei migranti, nonostante i problemi creati dalla Brexit, ma su alcune tematiche non si torna indietro. I diritti femminili sono un universo intoccabile. Il premio assegnato dai giornalisti inglesi è un messaggio chiarissimo.

Il sessismo resta infatti un problema con il quale confrontarsi. Secondo alcuni indicatori recenti, sarebbe in aumento nel Regno Unito. I rapporti di Kick It Out, organizzazione che combatte contro le discriminazioni dal 1993, mostrano un incremento degli abusi sessuali sui social e nei cori degli stadi, ma governo, club e associazioni di categoria contrastano, compatti, il fenomeno. Anche sul razzismo non si arretra di un centimetro. Il recente caso-Maignan ha avuto un’enorme eco in Gran Bretagna. Non si fanno distinzioni. Non si assumono posizioni qualunquistiche come quelle dell’allenatore dell’Udinese, Gabriele Cioffi. Razzismo e sessismo sono problematiche che la società britannica combatte in modo deciso e univoco, in modo bipartisan. Anche l’assegnazione di un premio, come quello ricevuto da Emma Hayes, è un modo per dare un segnale preciso. Senza i “se” e senza i “ma” che affliggono il calcio italiano.

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