È da settimana scorsa che gli agricoltori tedeschi scendono in strada con i trattori a manifestare contro i tagli alle sovvenzioni agricole paralizzando le principali città del paese. Giovedì a Monaco in mezzo alla Sonnenstraße è comparso persino un mini trattore giocattolo, manovrato da due giovani: “Che differenza c’è tra noi e loro? Forse ci manca il trattore!”, questa la tesi dei due manifestanti di Ultima Generazione. L’accostamento ha dato vita ad un interessante dibattito sul diverso apprezzamento che popolazione e autorità riservano agli agricoltori, da un lato, e agli attivisti di Ultima Generazione, dall’altro.

Anzitutto vale la pena di ricordare che, piaccia o no, tutti hanno il diritto di manifestare. Per qualsiasi cosa e in qualsiasi modo (nel rispetto della legge). Bisogna ammettere che a volte sembra che non sia così: chi si azzarderebbe mai di rimuovere a forza un agricoltore dall’autostrada, prendendolo anche a calci, come capita agli attivisti per il clima? Chi si improvviserebbe novello Forrest Gump per correre a fermare un agricoltore intento a cospargere strade ed edifici di liquame, seguendo l’atletico esempio del sindaco di Firenze alle prese con due giovani che stavano imbrattando Palazzo Vecchio?

Nessuno. Anzi: le attuali manifestazioni evidenziano quanto la popolazione sia disposta a tollerare il disagio (intere città ripetutamente paralizzate da file di trattori e camion) causato dagli agricoltori e quanto sia, al contrario, incline a disprezzare e condannare le azioni dimostrative degli attivisti per il clima. Le critiche rivolte a questi ultimi spaziano dal “la vostra protesta non serve a nulla e non migliora il clima” al “siete solo parassiti esibizionisti e danneggiate le migliaia di cittadini onesti che vorrebbero andare a lavorare”. Gli osservatori più sottili e colti, quelli che hanno un santino di Voltaire sul comodino, si spingono fino a definirli “eco-imbecilli” e ad invocare il carcere.

Non intendo difendere nel merito né gli uni né gli altri, ma mi chiedo: perché lo stesso non deve valere per gli agricoltori? Chi decide se una manifestazione è “utile”, e soprattutto: deve forse essere utile una manifestazione per essere legittima?

Il sottotesto di queste critiche è abbastanza evidente: voi (attivisti per il clima) non producete ricchezza, gli agricoltori sì – quindi hanno diritto di manifestare. Ma se veramente così fosse – e sarebbe mostruoso – anche le manifestazioni pro o anti aborto, quelle pro o anti eutanasia, più in generale tutte le grandi battaglie sui diritti civili sarebbero squalificate.

“Le iniziative di Ultima Generazione causano disagi intollerabili” – vero. Ma quelle degli agricoltori che paralizzano le città no? E poi: non è forse proprio questa l’essenza di una manifestazione? E non sarà forse proprio uno dei principi fondamentali della democrazia, se la Corte Costituzionale Federale tedesca è arrivata a stabilire che neanche un’epidemia (Covid) può giustificare un divieto generalizzato di manifestare?

Vista la confusione mentale che impera, non stupisce che, secondo quanto riferiscono diverse testate tedesche, i media russi abbiano subito colto la ghiotta occasione per dipingere una Germania sull’orlo di una crisi totale, nell’anticamera della rivoluzione. E’ esattamente il contrario: nei paesi democratici si manifesta, si sciopera, si crea disagio e ci si confronta. Nelle democrazie da strapazzo pure, anche se spesso ci pensa qualche statista per caso a vietare e precettare. Negli altri posti, manca la democrazia.

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