Al via l’udienza preliminare per la tragedia della funivia del Mottarone, costata la vita a 14 persone. A quasi 2 anni e 8 mesi dall’incidente, il giudice dovrà decidere se mandare a processo 6 persone e due società per i quali la procura di Verbania ha chiesto il rinvio a giudizio. Si tratta di Luigi Nerini, titolare della Ferrovie del Mottarone, Enrico Perocchio e Gabriele Tadini, allora rispettivamente direttore d’esercizio e capo servizio dell’impianto, Anton Seeber, presidente del cda di Leitner, il gruppo incaricato della manutenzione, Martin Leitner, consigliere delegato, e Peter Rabanser, responsabile del customer service. Oltre a loro, sono imputate le due società. L’unico a sopravvivere fu Eitan Biran, oggi un bambino di 9 anni.

Le accuse vanno, a vario titolo, da attentato alla sicurezza dei trasporti a rimozione o omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro, da disastro colposo a omicidio plurimo colposo a lesioni colpose gravissime. Due gli elementi al centro dell’inchiesta guidata dalla pm Laura Carrera e coordinata dalla procuratrice capo Olimpia Bossi: le ragioni per cu, il 23 maggio 2021, la fune traente si spezzò e il mancato funzionamento del sistema frenante di sicurezza, dovuto all’inserimento dei cosiddetti forchettoni.

Per accertare le cause dell’incidente sono state prodotte due perizie, depositate nel settembre del 2022 e successivamente discusse nel corso dell’incidente probatorio tra ottobre e dicembre, che hanno rilevato che la fune era corrosa ben prima dell’incidente e che una corretta manutenzione avrebbe potuto rilevarlo. Per i periti l’incidente è stato causato dal degrado della fune traente “in corrispondenza dell’innesto” nella testa fusa e la presenza dei forchettoni che hanno escluso il funzionamento dei freni d’emergenza.

Tadini, stando a quanto riferito dal suo avvocato, potrebbe chiedere il rito abbreviato, mentre “il patteggiamento non è stato neanche preso in considerazione”, ha spiegato. “Stiamo cercando di ammettere le nostre colpe per quando riguarda la parte dei forchettoni cercando di togliere un po’ di responsabilità sul resto soprattutto per quello che concerne la manutenzione e i controlli che è la difesa che abbiamo tenuto durante gli interrogatori”, ha proseguito il legale.

La società Leitner ha invece fatto sapere di aver già risarcito più di 50 famigliari delle vittime. L’unica posizione che resta da definire è quella di Eitan Biran perché “ci sono problematiche legate al fatto che c’è un giudice tutelare che deve vagliare questi accordi e approvarli”, ha detto il legale dell’azienda altoatesina. Per l’avvocato del bambino è “interesse di tutte le parti dare al ragazzo, che oggi fa la terza elementare, la miglior vita possibile” e il “futuro migliore passa attraverso una vita per quanto possibile serena”.

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