Comincia l’edizione 2024 degli Australian Open a Melbourne. Il primo Slam della stagione ritrova Carlos Alcaraz dopo il forfait di un anno fa, ingoia il boccone amaro per la rinuncia di Rafael Nadal e accoglie Jannik Sinner in qualità di pretendente alla vittoria finale. Si, perché quest’anno c’è anche l’azzurro nel gruppo ristretto di chi vorrebbe scardinare il dominio australiano di Novak Djokovic, imbattuto qui dagli ottavi di finale del 2018 (nel 2022 venne escluso dal torneo ed espulso dal paese per il caso vaccino). Per l’azzurro questo Australian Open assume le sembianze della più classica “prova del nove”. Il momento per capire se il 2023 è stato davvero l’anno spartiacque della carriera.

La parte finale della passata stagione – con la finale alle Atp Finals di Torino e la vittoria in Coppa Davis da trascinatore – ci ha regalato una nuova versione di Jannik. Più da numero 2 che da numero 4 del mondo. La storia però insegna che gli Slam sono un’altra cosa. Da un certo punto di vista, proprio un altro sport. È in questo “territorio” che l’azzurro ora deve compiere l’ultimo salto di qualità. Come? Inutile girarci attorno, l’obiettivo massimo in Australia è riportare l’Italia ad alzare un titolo Slam dopo quasi 48 anni. Quello minimo, sotto cui non è concesso scendere, è arrivare alla semifinale contro Novak Djokovic. L’azzurro infatti è stato sorteggiato nella parte di tabellone del numero 1 del mondo e 10 volte campione a Melbourne, e sono in molti ad auspicare lo scontro tra i due. D’altronde Sinner viene visto da tanti come il rivale più pericoloso per il serbo, il favorito numero 2 del torneo. Un ruolo e una considerazione guadagnate grazie soprattutto all’impresa realizzata in Coppa Davis con tre match point annullati a Nole. Prima di arrivare a questo appuntamento l’azzurro dovrà però superare cinque partite e scrollarsi di dosso la solita incognita generata dal mese di sostanziale inattività. Per fortuna il sorteggio non è stato troppo severo, anche se qualche insidia lungo il percorso c’è. Dopo l’esordio contro l’olandese Van de Zandschulp, il primo vero ostacolo potrebbe arrivare solo negli ottavi, con Francis Tiafoe e Karen Khachanov (semifinalista in Australia nel 2023) in corsa. Nei quarti di finale invece presumibilmente ci sarà uno tra Andrey Rublev, Sebastian Korda o Alex De Minaur.

In questa edizione l’azzurro ha anche l’opportunità di riscattare i precedenti che, per un motivo o l’altro, non sono mai stati davvero soddisfacenti. Anche quando raggiunse i quarti di finale nel 2022 (suo miglior risultato) la delusione fu tanta. E non per il traguardo, quanto per il modo con il quale avvenne l’eliminazione, tre set a zero contro Stefanos Tsitsipas senza mai entrare in partita. Una sconfitta pesante che decretò, di fatto, anche la fine del suo rapporto Riccardo Piatti. Il greco venne incrociato da Sinner anche un anno fa, questa volta negli ottavi, con il medesimo esito: sconfitta al quinto set. Ricordi amari che adesso possono essere cancellati con un colpo di spugna. O per meglio dire, con una semifinale.

Come detto il rivale principale di Sinner è ovviamente Novak Djokovic. Il serbo riprende la sua caccia al Grande Slam e al record solitario di Major tra maschile e femminile. L’obiettivo insomma è superare definitivamente Margaret Court e salire a quota 25 titoli. Il campione in carica arriva a Melbourne con qualche incognita a sorpresa, dopo la sconfitta contro De Minaur in United Cup e il dolore al polso destro che ha destato qualche preoccupazione. Un fastidio che però non fa traballare il suo ruolo di favorito del torneo. Tutti gli altri avversari più accreditati per Sinner sono nella parte bassa, quindi verrebbero affrontati solo in un’eventuale finale. Quello più temibile è ovviamente Carlos Alcaraz, alla ricerca di quelle certezze un po’ svanite dopo la finale del Masters 1000 di Cincinnati persa contro Nole. L’Australia fin qui non gli ha portato grandi piaceri (il risultato più prestigioso è un terzo turno) e la voglia di sfatare questo tabù è tanta, anche per riscattare un finale di 2023 sottotono per gli standard a cui lo spagnolo ci aveva abituato. Chi invece ha un conto in sospeso con gli Australian Open è Daniil Medvedev. Il russo ha ancora attaccata addosso l’ombra della finale incredibilmente persa contro Nadal di due anni fa. Per Sinner è stato un rebus fino allo scorso settembre, adesso non lo è più. Tra questi però quello che suscita maggiore curiosità è Holger Rune. È il numero 8 del mondo ma ha le potenzialità da top 5. Il danese alle Finals ha dato segnali di risveglio e l’aver aggiunto nel suo team due allenatori importanti come Boris Becker e Severin Luthi (ex allenatore di Roger Federer) è il segno delle sue rinnovate ambizioni.

E gli altri italiani in tabellone? Sicuramente quello su cui c’è maggiore aspettativa è Matteo Berrettini. Il romano viene dal lungo infortunio subito agli Us Open ed è reduce dalla stagione più complicata della carriera. Prestazioni deludenti e stop fisici che lo hanno fatto sprofondare alla posizione numero 124 del ranking mondiale. Agli Australian Open le attese sono tante, così come tanti sono gli interrogativi. Pochi giorni fa infatti Berrettini ha dato forfait contro Dominic Thiem nell’ultimo giorno del Kooyong Classic, il torneo esibizione che anticipa il primo Slam della stagione. Una rinuncia allarmante, ma che potrebbe essere anche una semplice precauzione. Anche perché il sorteggio degli Australian Open non è stato benevolo con l’ex semifinalista dell’edizione 2022. Berrettini è finito nel quarto di finale di Djokovic, e al primo turno se la vedrà contro Stefanos Tsitsipas, numero 7 del mondo e anche lui voglioso di riscattare un 2023 molto al di sotto delle previsioni. Una sfida intrigante che vede l’azzurro partire come sfavorito, ma non battuto. Al netto dei precedenti tutti favorevoli, il greco non ha lasciato grandi impressioni nell’ultima United Cup. In prospettiva è possibile un derby al terzo turno con Lorenzo Musetti.

Anche il carrarino viene da un 2023 fatto di poche luci e molte ombre, “salvato” soltanto dalla vittoria in Coppa Davis di due mesi fa. Un risultato storico che può dare la spinta per compiere un nuovo passo in avanti, a cominciare però da questi Australian Open. Si, perché i primi due tornei del 2024 non hanno regalato grandi soddisfazioni. Un ottavo di finale ad Hong Kong (eliminato dal modesto Kotov) e un quarto ad Adelaide (out contro il talentuoso Bublik dopo aver fallito un match point). L’esordio è contro il francese Benjamin Bonzi. Un avversario alla portata ma da prendere comunque con le molle.

Tra due che devono ritrovarsi, c’è chi è chiamato alla conferma. È il caso di Matteo Arnaldi, all’esordio assoluto agli Australian Open. La sorpresa azzurra della passata stagione comincia il nuovo anno con il pesante fardello di dover rispettare le aspettative, soprattutto dopo gli exploit in Coppa Davis e agli ultimi Us Open, dove ha raggiunto gli ottavi di finale prima di perdere contro Carlos Alcaraz. Come Musetti, anche lui arriva a Melbourne dopo un quarto (Brisbane) e un ottavo (Adelaide), ed esordirà contro l’australiano Walton. Sulla carta un test agevole. Più duro invece il sorteggio di Lorenzo Sonego, che se la vedrà con Daniel Evans, per regalarsi un secondo turno con (presumibilmente) Carlos Alcaraz.

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