Scontro infuocato a Otto e mezzo (La7) tra il direttore del Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, e il direttore responsabile di Libero, Mario Sechi, sull’abolizione del reato di abuso d’ufficio.
Sechi difende pervicacemente la cancellazione del reato prevista dal ddl Nordio: “Un politico che fa l’amministratore e viene indagato per abuso d’ufficio, 10 secondi dopo ha la carriera stroncata“.
“Ma chi stronca la carriere? – obietta Travaglio – Ma che dici? Siamo pieni di condannati che rimangono al loro posto“.
“Vengono sfasciate carriere politiche e vite – ribatte Sechi – Io invece penso che vada introdotto un principio di civiltà giuridica, e cioè la presunzione di innocenza e non la presunzione di colpevolezza”.

Ma cosa c’entra la presunzione di innocenza? – replica il direttore dl Fatto – Qui stanno abolendo un reato, mica stanno dicendo che finché non sei condannato sei innocente. Ma allora aboliamo tutti i reati secondo il tuo ragionamento, perché nei processi ci sarà sempre il caso di chi verrà assolto”.
“Col tuo ragionamento invece sono tutti dentro. Facciamo i Torquemada – rilancia l’ex portavoce di Giorgia Meloni – Noi non stiamo togliendo i reati, il problema della formulazione dell’articolo sull’abuso d’ufficio è che è fumoso. È talmente indistinto che secondo quell’articolo tutto è abuso d’ufficio. I reati devono avere delle fattispecie che in quell’articolo non ci sono. Tutto può essere abuso d’ufficio per un amministratore“.
“Ma non è vero, non è fumoso per niente – risponde Travaglio – Non hai neanche letto l’articolo, perché è identico a quello che c’è in tutti i paesi che hanno ratificato la Convenzione Onu di Merida. L’unico paese che ne discute è il nostro”.

Il direttore del Fatto ribadisce: “Non devi firmare atti con cui abusi del tuo potere per sistemare i tuoi protégés a danno dei cittadini meritevoli che non hanno Santi in paradiso. È così difficile da capire? Perché quasi tutti i paesi europei hanno questo reato e ne discutiamo solo noi? Perché l’Italia è l’unico paese dove i politici, quando parlano, sembrano dei criminali di una gang delle periferie più degradate? Perché parlano dalla mattina alla sera della loro paura di essere intercettati, arrestati, indagati?”.

E aggiunge: “Se tu prendessi un detenuto, lo bendassi e lo portassi in Parlamento a sentire quello che dicono i politici, si sentirebbe a casa propria e penserebbe di trovarsi in una riunione di cosca. Ma non è normale che i nostri politici parlino solo di come scappare dalle indagini, delle intercettazioni e di come farsi cancellare i reati – conclude – Non esiste questo dibattito in Germania e in Francia. Questo è lo spread che abbiamo. Negli altri paesi corrono dietro ai delinquenti, qua corriamo dietro ai magistrati. Questa è la differenza”.
“E qua i magistrati corrono dietro alla fama”, replica Sechi.

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