La villa ha un giardino ampio. A delimitarlo c’è una recinzione di una ventina di metri, con un cancello e relativo accesso pedonale utile anche per arrivare a una piscina di 6 metri. Problema: la casa è quella in cui vive la consigliera comunale di Pavia Alice Moggi, già assessora di centrosinistra nonché una possibile candidata sindaca alle amministrative di giugno (anche se lei smentisce); ma recinzione, cancello e piscina sono costruiti in maniera illegittima su un suolo “appartenente al patrimonio pubblico”, ovvero all’adiacente università di Pavia. La famiglia Moggi sta quindi “sconfinando” in un terreno non suo e il Comune di Pavia ha appena firmato l’ordinanza che impone la demolizione di tutto ciò che è abusivo e il “ripristino dello stato dei luoghi”.

Siamo a due passi dalla strada provinciale che collega Abbiategrasso a Pavia. La consigliera Alice Moggi vive qui dal 2012 insieme ai genitori, che a loro volta sono proprietari dell’immobile (un’ex casa cantoniera) dal 2009. A fine dicembre gli agenti della Polizia Locale hanno fatto visita alla famiglia dell’ex assessora accertando più di un problema, come descritto poi nell’ordinanza con cui il Comune dispone la demolizione. Nel giardino si trovano infatti “una recinzione costruita da paletti in ferro infissi al suolo e rete metallica”, con tanto di “siepe a tutt’altezza e diverse piantumazioni”; “un cancello/accesso carraio di 3,20 metri x 1,75 e accesso pedonale” e infine “piscina fuori terra, costituita da elementi tubolari di sostegno e telo plastificato e telo di copertura plastificato, di dimensioni di metri 2,50 x 6,45 e con altezza di metri 1,25 poggiante su pavimentazione in quadrotti di graniglia poggiati sul terreno”. Le recinzione, come fatto notare dalla famiglia Moggi, era già presente al momento dell’acquisto, mentre la piscina è stata costruita nel 2012. Tutti questi elementi sono però abusivi: “l’area in questione è un suolo appartenente al patrimonio pubblico dell’università degli Studi di Pavia”, si legge nella relazione del Comune, e risulta un “palese contrasto delle opere rilevate con le prescrizioni del Piano Regolatore”, visto che l’ordinanza definisce “inedificabile” l’area “in quanto ricadente in fascia di rispetto autostradale”. Perciò si deve procedere con “la demolizione e remissione in pristino dei luoghi indicati entro il termine perentorio di 30 giorni”.

Contattata dal Fatto, Alice Moggi si mostra tranquilla e ne fa una questione politica: “Da settimane mi espongo per denunciare il malaffare emerso nell’inchiesta Asm (una grossa indagine sugli appalti nel Pavese, ndr), e guarda caso adesso viene fuori questa ordinanza nei miei confronti a pochi mesi dalle elezioni. Non ho paura di dire la verità ai cittadini”. E qual è, dunque, la verità di Moggi? “La recinzione era già lì prima che i miei genitori acquistassero la casa. La piscina è una piscina per bambini, facilmente spostabile”. L’ex assessora spiega che nel 2009 la sua famiglia aveva firmato con l’Università un atto di locazione di quell’area per 1.000 euro all’anno, ma l’intesa era scaduta nel 2019, cinque anni fa. Da allora, tutto è rimasto dov’era. Senza permessi.

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