A oltre sei mesi dalla scomparsa di Kataleya Alvarez, la bimba di 5 anni, scomparsa nel nulla durante l’occupazione abusiva dell’ex hotel Astor di Firenze, ci sarebbe una nuova pista seguita da inquirenti e investigatori. Il sequestro di Kata, il 10 giugno 2023, potrebbe esser maturato come “vendetta trasversale” per un abuso sessuale subito da un’altra bimba che viveva anch’essa dentro la struttura secondo quanto riporta La Repubblica nelle pagine fiorentine. Una nuova pista seguita da procura e carabinieri in base ad alcune testimonianze e a voci che erano circolate nei giorni successivi alla sparizione della piccola cercata per giorni e giorni nello stabile.

Al momento non ci sono riscontri, gli investigatori lavorano su affermazioni di persone. Tuttavia, anche questa ipotesi valutata nel massimo riserbo ci sarebbe la posizione di un soggetto vicino a Kata come presunto autore dell’abuso sessuale all’altra bimba. Rapire Kata, in buona sostanza, avrebbe per motivo una ritorsione a quella violenza. Tale pista di indagine si affianca ad altre, fra cui quella della vendetta per i forti contrasti fra bande maturati nel controllo del ‘racket degli affitti’ delle stanze dell’ex albergo per immigrati clandestini e senza casa.

Proprio nei giorni scorsi la procura di Firenze ha chiuso l’inchiesta: tra i quattro indagati lo zio materno della piccola che da qualche giorno si trova ai domiciliari. L’uomo, ad agosto scorso, era stato arrestato insieme alle altre tre persone indagate per i reato di estorsione, consumata e tentata, rapina, ma anche tentato omicidio e lesioni gravi, tra il novembre 2022 e il maggio 2023, ai danni di altri occupanti lo stabile che un tempo ospitava l’albergo, dove abitava anche Kata. A ricevere l’avviso di conclusione indagini Abel Argenis Alvarez Vasquez, 29 anni, detto Dominique, lo zio materno di Kata; Carlos Martin De La Colina Palomino, 37 anni; Nicola Eduardo Lenes Aucacus, 39 anni; Carlos Manuel Salinas, di 63 anni.

I reati di tentato omicidio e lesioni gravi sono stati ipotizzati per quando avvenuto la sera del 28 maggio 2023, quando un uomo originario dell’Ecuador fu costretto a gettarsi da una finestra dell’Astor per sfuggire a un’aggressione da parte di uomini armati di mazze da baseball e bastoni di ferro. Riguardo al racket degli affitti, l’accusa contesta che avrebbero preteso circa 600 o 700 euro da chi voleva entrare nell’ex hotel, chiedendo denaro anche a coloro che si recavano in visita.

Gli accertamenti disposti non hanno al momento portato ad alcuna svolta. A fine ottobre si sono concluse le rogatorie col Perù: ascoltate in videoconferenza 14 persone che si reputava potessero fornire informazioni utili ma così’ non sarebbe stato. Senza esiti anche l’ultima, maxi, perquisizione effettuata dallo squadrone ‘Cacciatori di Calabria’ dei carabinieri. Negativi poi gli esami genetici fatti eseguire su due trolley e nel borsone sequestrati a due cugine peruviane e a un cittadino romeno lo scorso 17 giugno, quando fu sgomberato l’ex Astor: nessuna traccia biologica di Kata sarebbe emersa dagli accertamenti che essendo irripetibili hanno comportato la notifica di avvisi di garanzia a cinque ex occupanti dell’ex albergo, tra i quali lo zio materno della bambina.

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