Ci sono cinque indagati per il caso di Kata, la bambina di 5 anni scomparsa lo scorso 10 giugno dall’ex hotel Astor di via Maragliano, a Firenze. Sono tutti ex occupanti dell’albergo dismesso: tre di loro, come spiega una nota della Procura, sono stati ripresi dalle telecamere mentre uscivano dall’Astor con due trolley e un borsone, che per dimensione avrebbero potuto contenere il corpo della bambina, proprio lo scorso 10 giugno. I tre uomini avrebbero usato gli stessi oggetti anche il 17 giugno, in occasione dello sgombero dell’immobile. Gli altri due indagati sono occupanti di tre distinte stanze: nei rubinetti dei loro bagni sono state individuate tracce di presunta sostanza ematica, durante la perquisizione effettuata il giorno seguente la scomparsa. L’ipotesi di reato è sequestro di persona a fini di estorsione. Tra gli indagati ci sono anche due zii di Kata: quello materno, Abel Alvarez Vasquez, detenuto per il presunto racket degli alloggi dell’ex hotel, e il fratello del padre, il 19enne Marlon Edgar Chicclo.

La Procura di Firenze ha notificato oggi l’avviso di garanzia ai cinque ex occupanti dell’Astor: un atto necessario per eseguire accertamenti tecnici irripetibili “volti ad accertare la presenza di materiale biologico o genetico e all’estrapolazione di eventuali profili del Dna da borsoni, trolley e da rubinetti di stanze dell’hotel e alla loro successiva comparazione con quello della vittima”. Nei prossimi giorni, inoltre, i carabinieri passeranno nuovamente al setaccio locali, pozzetti e corridoi sotterranei della struttura, dove la bambina di cinque anni viveva abusivamente con la sua famiglia (la madre e il fratello) e decine di altre persone, per escludere che possa ancora esserci traccia della piccola. A coordinare i carabinieri saranno i magistrati Luca Tescaroli e Christine von Borries della Procura di Firenze, titolari delle indagini. Quella imminente sarà un’ispezione più invasiva rispetto a quelle di giugno e includerà anche operazioni di scavo. Nel corso delle ricerche verranno spostati detriti e rifiuti che si sono accumulati con i danneggiamenti compiuti da decine di ex occupanti e poi con le ispezioni.

Nel frattempo, la Procura ha formalizzato una richiesta di rogatoria in Perù al fine di acquisire testimonianze di persone che si trovano nel paese di origine della famiglia di Kata. In particolare, i pm vorrebbero ascoltare 13 peruviani, tra cui uno zio paterno della bimba e un trafficante peruviano, entrambi reclusi in un carcere di Lima. Il secondo uomo è stato protagonista, a Firenze, di una vicenda di droga risalente al maggio del 2022. Per quella vicenda fu perquisita una casa, a Firenze, dove viveva anche la madre di una bambina della stessa età di Kata: la donna sarebbe poi andata a vivere, insieme alla figlia, proprio all’ex hotel Astor.

Si ipotizza che Mia Kataleya Chiclo Alvarez possa essere stata scambiata per questa bambina e che sia stata rapita per vendetta. Dopo una telefonata con il fratello detenuto, lo stesso padre di Kata aveva prospettato l’ipotesi che sua figlia potesse essere stata rapita per sbaglio. Secondo questa versione, la bambina potrebbe trovarsi all’estero, forse in Perù. Tra le ipotesi resta però anche quella di una ritorsione per il racket degli alloggi dello stabile occupato, che ad agosto ha portato in carcere quattro persone, tra cui proprio lo zio materno di Kata, quello indagato dalla Procura. Non si esclude che il rapimento si sia concluso con la morte e con l’occultamento del cadavere, che potrebbe essere stato nascosto all’interno dell’ex hotel, oppure portato via in un borsone: le telecamere che puntano sullo stabile non hanno mai ripreso la piccola uscire dall’Astor.

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