Per ora la legge sulla caccia non si tocca. A sorpresa lo ha deciso il ministro (cacciatore) all’Agricoltura, ed esponente di spicco di Fratelli d’Italia, Francesco Lollobrigida, che ha chiesto al suo partito di ritirare la proposta di modifica della 157/92. In particolare al senatore Bartolomeo Amidei, primo firmatario dell’iniziativa depositata a Palazzo Madama lo scorso 28 giugno. Le polemiche nate in questi giorni – il sottosegretario Patrizio La Pietra aveva promesso che il ddl sarebbe stato incardinato in Commissione – hanno spinto Lollobrigida a fermare l’assalto alla norma che regola il prelievo venatorio e che tutela la fauna selvatica (proprietà indisponibile dello Stato, cioè di tutti i cittadini): “Non è stata concordata col governo“.

A far discutere, soprattutto, all’interno dei 17 articoli della proposta di Amidei, è stata la possibilità di abbassare il limite d’età consentito per andare a caccia, cioè 16 anni. Tra gli altri – controversi – punti: il depotenziamento dell’Ispra, che da organo indipendente del ministero dell’Ambiente sarebbe passato sotto la Presidenza del Consiglio; la cattura, a fini di richiamo, di qualsiasi specie; l’allungamento di circa due mesi della stagione venatoria; la ridefinizione delle aree protette (con una riduzione) all’interno delle quali è vietato cacciare.

E così le doppiette, che mai come nella scorsa tornata elettorale sono riuscite a eleggere i propri rappresentanti, dovranno aspettare (come, d’altra parte, stanno facendo da 30 anni): l’assalto alla legge sulla caccia è rinviato. Sì, rinviato. Perché nelle parole di Lollobrigida va tenuto in considerazione il fatto che “ritengo sia necessario evitare ogni polemica derivante da proposte individuali che non rientrino in un riordino complessivo e omogeneo in chiave europea dell’attività venatoria”.

“Su richiesta del ministro Lollobrigida – ha commentato Amidei – ho ritirato la mia proposta di legge che ambiva a una omogeneità normativa delle regole applicate all’attività venatoria in ambito europeo. Purtroppo, come sempre – ha aggiunto – è diventato sterile argomento di polemica”.

Mail: a.marzocchi@ilfattoquotidiano.it

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