Conferenza stampa di Giorgia Meloni disertata e un primo atto di protesta, con una passeggiata davanti ai palazzi del potere con il bavaglio alla bocca. La Federazione nazionale della stampa, il sindacato dei giornalisti, conferma che i vertici non andranno al canonico appuntamento di fine anno con la presidente del Consiglio, in programma il 28 dicembre, e annuncia l’inizio della mobilitazione contro l’emendamento Costa, approvato alla Camera con i voti del centrodestra e di Italia Viva-Azione, che prevede il divieto di pubblicazione delle ordinanze di misure cautelari fino al termine dell’udienza preliminare.

La segretaria generale Alessandra Costante e il presidente Vittorio di Trapani “non saranno alla conferenza stampa di fine anno” della premier Meloni organizzata dall’Ordine dei giornalisti e dall’Associazione Stampa Parlamentare, ha spiegato la Fnsi sottolineando che la loro assenza “non è una esortazione a disertare un appuntamento istituzionale al quale i colleghi vengono inviati per lavoro” ma “l’inizio della mobilitazione” contro provvedimenti che “sanno di censura e per la dignità della professione”. La mobilitazione – che segue la richiesta rivolta a Mattarella affinché non firmi – scatterà contestualmente con “una passeggiata davanti ai palazzi del potere con il bavaglio sulla bocca”, prevista per venerdì con partenza alle 10 dalla sede della Fnsi a Roma. Alla protesta della Fnsi ha raccolto il sostegno del comitato di redazione del Tg3: “La presunzione di innocenza – scrive il cdr del telegiornale della tv pubblica – è un principio sacrosanto, che però nulla ha a che fare con questa riforma: consentire di pubblicare notizie riguardo a un arresto solo sulla base di un principio di ‘relata refero’ e senza invece poter avere accesso diretto a una delle fonti primarie di un’indagine è il contrario del lavoro giornalistico. Indebolisce noi e soprattutto la democrazia”.

La protesta del sindacato dei giornalisti è supportato anche dalle opposizioni con in prima linea il responsabile informazione del Partito Democratico, Sandro Ruotolo. “Faremo di tutto per opporci in Parlamento all’emendamento Costa che va contro la Costituzione, la Carta dei diritti della Ue, la Convenzione dei diritti dell’uomo e il diritto degli italiani di essere informati”, ha annunciato Ruotolo parlando dell’assenza dei vertici del sindacato alla conferenza stampa come di un “gesto forte, mai successo prima d’ora, per segnalare l’attacco alla libertà di stampa nel nostro Paese”.

“Mettere il bavaglio, come fa il decreto Costa, alla stampa vuol dire mettere il bavaglio al diritto dei cittadini e delle cittadine di essere correttamente informati e informate – ha detto ancora Ruotolo – Dai tempi dell’editto bulgaro di berlusconiana memoria, cioè dall’inizio degli anni 2000, questo è l’attacco più grave alla libertà d’espressione. Anche noi come Partito Democratico, faremo la nostra parte per difendere l’articolo 21 della Costituzione perché un Paese dove si riducono gli spazi di libera informazione è un Paese più povero e democraticamente più debole”.

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