Le luminarie delle città, i canti natalizi, le tavole imbandite per le feste che ci stanno accompagnando in questi giorni donano a molte persone piacevoli sensazioni. A molte, sì, ma non a tutte. Le feste natalizie possono infatti in certi casi provocare una forma di depressione. Un fenomeno chiamato anche “Christmas Blues”, una tristezza e malinconia che assalgono alcuni di noi, in particolare nei preparativi e durante pranzi e cenoni. Significativo infatti il dato emerso dallo “State of Social Connections report”, il più vasto studio mondiale mai realizzato sul tema della solitudine, condotto da Gallup-Meta: in Italia circa 2 persone su 10, il 17% della popolazione, affermano di sentirsi “molto sole” o “abbastanza sole”. Un fenomeno confermato anche da Telefono Amico che segnala un diffuso problema di solitudine, specialmente nel periodo delle feste. In particolare, durante la maratona d’ascolto dello scorso Natale, l’associazione di volontariato ha ricevuto numerose richieste di supporto, dovute per il 25% proprio a problematiche legate a solitudine e bisogno di compagnia.

I sintomi

Ma quali sono i tratti caratteristici della malinconia di Natale? “Li possiamo individuare in un incremento di momenti in cui ci si sente maggiormente irritabili, tristi e nervosi, diventando più reattivi e sensibili allo stress, manifestando facilmente maggiore fragilità, stanchezza ed apatia ma anche maggior facilità ad irritarsi”, spiega al FattoQuotidiano.it la dottoressa Elisa Caponetti, psicologa e psicoterapeuta. “Tutti gli anni durante le festività in generale – ma a Natale in particolare – si rileva un netto incremento di sintomi depressivi, ansiosi e psicosomatici”, continua l’esperta. “Il periodo compreso tra il Natale e il Capodanno è uno dei più stressanti dell’anno. Esagerazioni alimentari, aumentato uso di alcolici, amplificazione di stimoli emotivi, smania all’acquisto, modificazione della normale routine quotidiana e diminuzione dell’attività lavorativa, possono avere effetti davvero devastanti sul nostro equilibrio”.

Si potrebbe confondere con la depressione stagionale, i cambi di stagione?
“Apparentemente sì, ma sono situazioni ben distinte. Il cosiddetto Christmas Blues cessa con il finire delle festività e con la ripresa di una normale quotidianità”.

I più vulnerabili

Quali sono i fattori che possono amplificare questo tipo di malinconia?
“Natale è la festa per eccellenza da passare in famiglia. Chi è soggetto a trascorrere le festività in solitudine o fisicamente lontano dai propri affetti più cari è maggiormente esposto. L’amore dei propri familiari rappresenta una vera e propria ossigenazione per tutti noi. Il malessere si accentua in chi è privo di relazioni affettive importanti o, ancora, in chi ha legami familiari labili e superficiali, o in chi è in conflitto con la propria famiglia e i propri cari. Molto colpite sono anche le persone anziane o malate e chi ha scarsi contatti sociali. Insomma, chi è solo, in questo periodo dell’anno, si sente ancora più isolato”.

C’entra anche il fatto che in qualche modo ci sentiamo un po’ costretti in questo periodo ad apparire particolarmente su di umore e sorridenti?
“Sì. A Natale è come se ci sentissimo obbligati a essere euforici, contenti e realizzati, come se non potessimo permetterci di mostrare un lato diverso di noi, di tristezza e malinconia. Il Natale porta con sé aspettative elevatissime e il conseguente fallimento di esse contribuisce a generare malessere”.

Come non farsi prendere dalla malinconia

Quali strategie consigliare per attraversare questi giorni di festa attenuando il più possibile il “Christmas Blues”?
“Cercare di cogliere l’occasione per vivere un Natale più vicino al valore originario, meno legato al consumismo, recuperando il vero significato di questa festività e liberandoci da fattori stressogeni a esso legati. Tutto ciò può ricondurci a una dimensione più introspettiva e più intima smettendo di rincorrere i nostri falsi bisogni e riuscendo così a recuperare una nostra maggiore autenticità, ritrovando i valori più semplici ma anche più importanti. In chi dovesse ritrovarsi in questi giorni a provare vissuti ed emozioni negativi o a manifestare sintomi a vario livello psicosomatici, un invito è quello di riuscire a differenziare se si tratta di una condizione e di uno stato abituale (e magari accentuato dalle festività) o se si tratta di uno stato momentaneo che, come tale, scomparirà con la fine dei giorni di festa. Capire, insomma, se si è di fronte a un malessere natalizio o a qualcosa di ben più profondo e radicato. In definitiva, è necessario riuscire sempre ad andare all’origine del malessere, ricordandosi che ogni sintomo ha una valenza comunicativa, per cui è importante dare ascolto e significato a ciò che si sta vivendo”.

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