“Come riportato da Bankitalia, dal primo gennaio 2024 saranno 900 mila i nuclei familiari che si troveranno senza nessun sussidio, esclusi dall’Assegno di inclusione. Mentre il “Supporto per la formazione e il lavoro” è anch’esso un disastro annunciato, dato che dei 300 mila nuclei familiari che hanno perso il reddito circa il 70% al momento è rimasto escluso da tutto”. Ad attaccare nel corso di una conferenza stampa in Senato, sono le associazioni protagoniste della campagna “Ci vuole un Reddito“, oltre 140 tra movimenti e organizzazioni sociali, sindacati e comitati popolari, che già lo scorso maggio portarono per le strade della Capitale 15mila persone per un corteo contro il decreto Lavoro e a difesa del Reddito di cittadinanza, rivendicando al contrario la necessità di una sua estensione e miglioramento. “Lo avevamo previsto: le misure alternative al reddito di cittadinanza sono un clamoroso fallimento. A dispetto dell’ostentata soddisfazione della ministra del Lavoro Marina Calderone, i dati ormai parlano chiaro. Nella manovra non c’è nessun sostanziale intervento a sostegno delle fasce più deboli della popolazione. Basta pensare che il governo Meloni non finanzia ancora una volta il Fondo sociale per l’affitto e il Fondo per la morosità incolpevole”.
E ancora: “Serve una nuova legge sul reddito minimo, che, come in tutta Europa, possa tutelare chi non arriva alla fine del mese. Se il governo non vuole pensarci, saremo noi a presentare una proposta di legge, scritta con le associazioni, le famiglie, gli ex percettori”, spiega Alberto Campailla, di Nonna Roma, rete di mutuo soccorso che sostiene molte famiglie in condizioni di povertà nella Capitale. Con tanto di appello alle opposizioni, a partire da Pd, M5s e Alleanza Verdi Sinistra che appoggiano la campagna, ma non solo: “Speriamo che come accaduto con il salario minimo questa proposta possa essere un terreno di convergenza per costruire un’alternativa“.
A sposare l’idea è Francesco Silvestri, capogruppo a Montecitorio del M5s: “Queste sono le proposte che uniscono, il federatore di qualsiasi progetto è il reddito, una proposta seria sul lavoro, sulla riconversione industriale. Non discorsi da palazzo su chi dovrà o meno guidare un’alternativa alle forze di maggioranza”, rivendica, dopo le polemiche tra Pd e M5s per le parole di Romano Prodi su ‘Schlein federatrice” e la replica stizzita ai dem di Giuseppe Conte.
“Noi abbiamo presentato un emendamento, bocciato dalla maggioranza, per introdurre un reddito universale, trovando risorse con un intervento sui grandissimi patrimoni“, spiega da Avs Giuseppe De Cristofaro. Ma se la patrimoniale è spesso stata un tabù anche nell’arco progressista, compresi Pd e M5s, per evitare gli attacchi delle destre, ora Silvestri spiega: “Per noi non esistono argomenti tabù, ne parlò pure Beppe Grillo. Abbiamo già fatto una campagna sugli extraprofitti delle banche, serve confrontarsi su questi temi”.
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