“Schlein federatrice del centrosinistra? Ogni momento ha il suo federatore e credo che lo possa benissimo essere. Il problema è farsi federare“. Così l’ex premier ed ex presidente della commissione Ue Romano Prodi, lasciando l’evento del Pd, ‘L’Europa che vogliamo’. “Questa assemblea ha dato delle linee di equilibrio. È chiaro che a questo punto il Pd dovrà presentarsi alle Europee con una squadra che rappresenti non la struttura interna, che non usi le candidature come premio di consolazione, che pure è legittimo, ma come la costruzione di una classe dirigente che adagio adagio diventi leader nell’ambito europeo”, ha aggiunto Prodi. Senza però voler replicare sull’accantonamento tra i dem delle primarie, come già avvenuto per la scelta di diversi candidati alle future amministrative.
Dal palco, invece, Prodi ha invitato l’Unione europea a un ruolo più attivo sulla pace e sull’iniziativa diplomatica: “In politica estera abbiamo un’unità sostanziale solo sull’Ucraina, sul resto la scomposizione è sempre stata drammatica e con questo abbiamo perso il nostro ruolo nel mondo. Non abbiamo nessun ruolo nemmeno per le iniziative di pace. Quando penso che ha avuto più iniziative di pace la Turchia dell’Ue penso che qualcosa è mancato”. Secondo l’ex premier, quindi, “il primo obiettivo è avere una politica estera e una difesa comune. Non pensate con questo che io voglia un assurdo aumento delle spese militari. Spendiamo molto, 480 miliardi di euro in Europa, ben oltre la metà degli Usa e oltre quanto spende la Cina. Una spesa ampia, grande, ma con una scarsissima efficacia”. E ancora. Non pensiamo che la parola pacifismo abbia un significato negativo. Dobbiamo proseguire nella razionalizzazione delle spese, nell’esercito europeo, ma anche nella persecuzione della pace. La pace e non la guerra deve essere il nostro obiettivo“.
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