Il comitato istituito dalla Giunta delle immunità parlamentari del Senato già due giorni fa aveva dichiarato la compatibilità con il mandato parlamentare di Maurizio Gasparri, presidente della società di sicurezza informatica Cyberealm. Oggi la Giunta ha confermato sebbene il senatore di Forza Italia non lo abbia dichiarato nella documentazione che ogni parlamentare deve produrre sulle sue attività. La proposta è passata con i voti favorevoli della maggioranza supportata dal senatore di Italia viva, Ivan Scalfarotto. Contrarie le opposizioni che avrebbero voluto un’integrazione documentale utile a capire le funzioni della società Cyberealm e di eventuali partecipate.

Il caso era stato sollevato nelle scorse settimane dalla trasmissione Report contro cui il senatore si era scagliato accusando i giornalisti., guidati da Sigfrido Ranucci, di confezionare un’inchiesta per vendetta. La trasmissione segnalava in realtà un possibile conflitto d’interesse dell’esponente di Forza Italia, nonché la questione di opportunità politica. La Giunta quindi aveva aperto un’istruttoria ad hoc.

Una settimana fa comunque la Giunta per le elezioni del Senato aveva rifiutato di trasmettere a Report la documentazione obbligatoria sugli incarichi e le attività in corso depositata da Gasparri all’atto dell’insediamento. Una decisione presa a maggioranza nell’ambito dell’istruttoria avviata dopo la denuncia del programma di Rai 3 sull’eventuale incompatibilità tra la carica di senatore e quella di presidente della società di sicurezza informatica Cyberealm, che il capogruppo di Forza Italia (fino a poco fa vicepresidente dell’assemblea) ricopre da giugno 2021 senza averlo mai comunicato a palazzo Madama. Poiché contiene dati sensibili, la documentazione prodotta dai parlamentari non è pubblica in tutte le sue parti, ma può essere resa disponibile su richiesta.

Il senatore azzurro aveva inviato all’organo una memoria in cui sostiene l’assenza di incompatibilità tra le due cariche in quanto la società da lui presieduta, scrive, non ha mai svolto “servizi di qualunque genere per conto dello Stato”, né direttamente né indirettamente. In realtà, come raccontato dal Fatto, tra i fornitori della Rai (in corso ci sono quattro appalti) c’è la Atlantica digital. Questa società detiene il 26 per cento di quote della atlantica cyber security. Della atlantica cyber security è socia anche la Cyberealm con il 24 per cento di quote.

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