Incarico compatibile col mandato parlamentare”. È quanto deciso dal comitato istituito dalla Giunta delle immunità parlamentari del Senato in merito al caso di Maurizio Gasparri e, in particolare, rispetto al ruolo ricoperto nella società Cyberealm. La vicenda è stata sollevata nelle settimane scorse dalla trasmissione Report, che ha sottolineato il possibile conflitto d’interesse dell’esponente di Forza Italia, nonché la questione di opportunità politica. La Giunta ha aperto un’istruttoria ad hoc. Oggi il primo risultato, con il giudizio del comitato “alla luce delle argomentazioni esposte, della documentazione acquisita, valutato il quadro legislativo vigente”. Ora tutto questo sarà sottoposto al voto della Giunta. Durissima la reazione delle opposizioni. “La proposta del comitato di dichiarare Maurizio Gasparri e la sua carica di presidente di una società di cybersecurity compatibile con il mandato parlamentare ci lascia di stucco” ha detto il senatore 5 Stelle Ettore Licheri, secondo cui “è clamoroso che la maggioranza anteponga gli interessi di Gasparri al prestigio dell’istituzione, così certificando che un senatore può fare il lobbista rappresentando la propria società davanti a se stesso”.

L’accusa contenuta all’interno della puntata di Report era chiara e partiva da un dato di cronaca: dal 2021 Maurizio Gasparri, neo-capogruppo di Forza Italia al Senato, è presidente della Cyberealm srl, società con sede a Milano che si occupa di sicurezza informatica. Ma non lo ha mai dichiarato agli uffici di palazzo Madama, come sarebbe tenuto a fare. Per questo rischiava la decadenza dal seggio. La Cyberealm ha per oggetto sociale l’erogazione di servizi noti come “managed security service provider“, cioè di cybersicurezza. Tra i potenziali clienti c’è anche lo Stato: lo scorso luglio, infatti, la società ha partecipato come “portatore di interessi” alla presentazione di una piattaforma software per l’analisi dati nella sede dell’Agenzia delle dogane a Roma. E tra i compiti assegnati dallo statuto a Gasparri – già ministro e fino a ieri vicepresidente del Senato – c’è proprio quello di “verificare il potenziale interesse di operatori pubblici e privati nell’acquisizione di tali servizi”. Cioè di “sponsorizzare” l’azienda con la pubblica amministrazione.

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