Un processo delicatissimo è al centro di una nuova polemica. Si tratta del dibattimento che vede imputati quattro giovani tra cui Ciro Grillo, figlio del fondatore del m5s, accusati di stupro di gruppo dopo la denuncia di una studentessa che ieri durante il controesame delle difese ha detto di essersi sentita “una preda”. Gli altri imputati sono Francesco Corsiglia, imputato con Grillo junior, Edoardo Capitta e Vittorio Lauria. Nella bufera le domande rivolte dall’avvocata Antonella Cuccureddu, che difende Corsiglia, che ieri ha rivolto alla giovane domande sull’abbigliamento – compresa la biancheria intima – e sul suo comportamento durante il presunto stupro. “Domande definite da Medioevo” da parte della legale di parte civile Dario Romano.

“Ricevo da ieri minacce continua sui profili social – ha denunciato Cuccureddu – È stata una udienza serena e tranquilla, come anche quella di ieri. Si è continuato a seguire i singoli segmenti del fatto esattamente come si deve are in n processo penale. Ho rappresentato al Tribunale quello che sta accadendo sulla stampa, per avere fatto domande su fatti che sono oggetto del processo, sono stata accusata di avere fatto qualcosa di non opportuno. Quando è l’’unica cosa che avrei dovuto fare era questo”. E ha fato sapere di averlo denunciato anche in aula. “Il presidente e il pm mi hanno pubblicamente manifestato la loro piena solidarietà, invitandomi a denunciare tutte le minacce che sto ricevendo in queste ore sui profili social. Ne ho parlato ovviamente al tribunale“.

“Vi ringrazio per quello che avete scritto ieri per oggi. Non credo che riuscirete a intimidirmi. Io continuerò a fare il mio lavoro nell’unico modo in cui lo so fare facendo il mio dovere professionale fino in fondo” ha detto l’avvocata replicando alle affermazioni del legale di parte civile Dario Romano, che ha parlato di “domande da Medioevo“. “Le domande che si faranno continueranno a riguardare i fatti di questo processo che è un processo di violenza sessuale e quindi chiaramente non ci sono domande su furti di borsette ma semplicemente sui fatti solo ed esclusivamente sui fatti”, ha aggiunto Cuccureddu visibilmente infastidita per le polemiche suscitate al termine dell’udienza di ieri.
“Vi ricordo che tutte le domande che sono state fatte ieri sono state vagliate, nonostante ci siano state delle opposizioni e tutte ammesse da un tribunale del 2023 che può lavorare in questo modo perché – ha spiegato ancora l’avvocata – nel 1988 c’è stato un codice che in Italia ha introdotto il sistema accusatorio che ha il suo punto focale nel controesame che può riguardare non i pianti della vittima e non i sentimenti della vittima – questo è vietato – ma esclusivamente i fatti”.

“Non ho nessuna ragione di chiarire la questione con il mio collega: tutti e due conosciamo il codice di procedura penale. Ma farò presente al tribunale cosa sta succedendo in questo processo. Qual è la pressione che stiamo subendo tutti perché sono state stigmatizzate domande sul fatto, e non sui sentimenti, fatte dal tribunale. È una pressione sul tribunale – ha detto l’avvocata – Ho ricevuto centinaia di messaggi da colleghi, magistrati e anche giornalisti di solidarietà e supporto – ha spiegato ancora Cuccureddu, riferendosi sempre alle polemiche sul contro esame della presunta vittima che sta proseguendo anche oggi – d’altra parte anche tanti da colleghi e magistrati mi dicevano: ‘ma avvocato, lei fa domande su come sono stati tolti i pantaloni. Questo perché voi avete stigmatizzato un elemento del fatto: non si può fare una violenza sessuale se uno ha i pantaloni“.

Con tutta probabilità comunque non terminerà con l’udienza di oggi il contro esame. Si proseguirà, infatti, il 31 gennaio e 1 febbraio 2024 con le domande delle difese alla giovane italo-norvegese ed eventualmente con le contro repliche del pm Gregorio Capasso. Poi in aula, sempre a porte chiuse, sfileranno gli altri testimoni a partire dalle udienze, tutte fissate oggi, del 7 e 8 marzo, dell’11 e 12 aprile e del 13 e 14 giugno. “La nostra assistita ha ricostruito con grande sofferenza i fatti gravissimi oggetto di questo processo, è provata e stanca. Il calvario ancora non è terminato – ha detto l’avvocato Dario Romano, legale di parte civile della ragazza.

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