E’ guerra sull’eredità documentale di don Lorenzo Milani: lettere, testi originali, fotografie, scritti vari, appunti inediti. Nell’anno del centenario il conflitto da tempo latente ai vertici della Fondazione è finito in tribunale: il presidente Agostino Burberi, ex allievo del sacerdote fiorentino, ha presentato una azione possessoria cautelare” con la quale ha “richiesto l’immediato reintegro” del materiale archivistico rimasto in possesso di Sandra Gesualdi e Carla Carotti, rispettivamente figlia e vedova dell’ex presidente della Fondazione, Michele Gesualdi, anche lui cresciuto a Barbiana insieme al fratello Francuccio. La contesa tra Burberi (seguito da una buona rappresentanza della fondazione) e Gesualdi (che è vicepresidente) andava avanti ormai da tempo.

Oggetto del contendere è la conservazione di testi originali inediti della corrispondenza di don Milani, alcune sue opere grafiche, carte, appunti, fotografie, scritti degli allievi, recuperati e messi insieme negli anni. Materiale che il priore aveva affidato a Gesualdi ma che dopo il decesso di quest’ultimo nel 2018, sarebbe rimasto affidato “in piena fiducia” – spiega il comunicato ufficiale della Fondazione – nella casa dei Gesualdi a Calenzano.

A scatenare l’ira di Burberi è stata l’uscita di La scuola più bella che c’è, libro uscito a dicembre 2022, firmato da Sandra Gesualdi ed edito da Edizioni San Paolo. All’interno del volume sono state pubblicate lettere inedite di Don Milani senza alcuna autorizzazione da parte della Fondazione. A questo punto “la causa civile si è resa necessaria e improcrastinabile. Alla replica della casa editrice che la titolarità dei diritti delle lettere fosse in capo a Michele Gesualdi in proprio e non nella sua qualità di presidente della Fondazione – spiega Burberi – abbiamo diffidato l’editore dal riconoscere tali diritti a terze persone, riservandosi la facoltà di agire in giudizio”. A nulla, racconta il presidente della fondazione, sono serviti i tentativi di trovare una soluzione bonaria. Con la pubblicazione del libro Sandra Gesualdi “ha agito come titolare del materiale archivistico, sottraendolo di fatto alla Fondazione stessa”.

Un attacco che la figlia di Michele, contattata da ilfattoquotidiano.it respinge e non esita a definire “patriarcale”: “Sono triste e amareggiata. Hanno aspettato che mio padre fosse sepolto per attaccarmi. E’ stato impossibile in quest’ultimi tempi dialogare. Negli ultimi due anni sono stata esiliata, messa a tacere, all’interno della Fondazione. Mio padre diceva che la verità prima o poi arriva. Mi affido allo Stato, alla Giustizia”.

Non sembra pensarla così Burberi: “La raccolta delle lettere e degli scritti di don Lorenzo Milani è iniziata già all’indomani della morte dell’amato priore, da parte di tutti gli allievi della sua scuola – sottolinea – Tutti gli atti che Michele ha raccolto e pubblicato, proprio in qualità di presidente della Fondazione, sono stati donati alla fondazione. Lo stesso Gesualdi, tra le altre, ha sottoscritto di suo pugno una dichiarazione in tal senso. Come fondazione abbiamo il dovere di tutelare e promuovere, accrescere e valorizzare, l’intero archivio, fondamentale eredità materiale e spirituale di don Milani e proteggerlo da ogni tentativo di indebita e ingiustificata appropriazione o peggio ancora qualsivoglia speculazione”.

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Nella foto in alto | A sinistra il presidente della Fondazione don Milani Agostino Burberi, a destra Sandra Gesualdi, figlia di Michele

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