Non solo sono molto contestati per le tonnellate di CO2 emesse ma oggi si scopre che i jet privati evadono anche il fisco. La Guardia di Finanza, in due differenti indagini (in Toscana e a Treviso), ha accertato il mancato pagamento dell’imposta erariale sui voli dei passeggeri di aerotaxi per centinaia di migliaia di euro. Si tratta di quei voli utilizzati da chi non ha un jet privato di sua proprietà ma che per spostarsi “in modo comodo” paga migliaia di euro all’ora per noleggiare un piccolo aereo di lusso. In Italia in tanti – personaggi dello spettacolo, imprenditori e politici – utilizzano questa opzione per evitare voli di linea o viaggi in treno, dando il loro contributo all’aumento delle emissioni di CO2. Ma grazie agli accertamenti dei finanzieri viene fuori che molte società di noleggio di jet privati evadono il fisco italiano.

IN TOSCANA – La sezione aerea della Guardia di Finanza di Pisa, dopo gli accertamenti e l’incrocio dei dati presenti sui registri degli scali aeroportuali di tutta la Toscana, ha accertato il mancato pagamento dell’imposta erariale sui voli per un ammontare di quasi mezzo milione di euro. L’ultima attività di indagine, in particolare, ha appurato un’evasione da parte di tre società (un’italiana e due straniere) di circa 140 mila euro: si tratta di circa 250 voli che hanno interessato un migliaio di passeggeri. Nella precedente operazione “Touch and go”, sempre la Gdf di Pisa aveva già accertato un mancato pagamento di circa 353.000 mila euro dal 2018 al 2021. “Con l’ultima tranche abbiamo proseguito e concluso i controlli capillari iniziati con la precedente operazione”, spiega il Tenente Colonnello pilota Massimo Anedda, comandante del Reparto di volo.

L’IMPOSTA EVASA – Ma cosa viene contestato alle società di noleggio jet? Si tratta dell’imposta erariale sui voli dei passeggeri di aerotaxi, istituita con un decreto nel 2021. Oltre ad essere applicata anche sui voli taxi effettuati tramite elicottero, l’imposta è dovuta per ciascun passeggero a bordo del volo e per ogni tratta: è di 10 euro a passeggero per un tragitto non superiore a 100 chilometri; 100 euro per tratte dai 100 ai 1.500 chilometri e, infine, 200 euro per tragitti superiori. Si tratta di un’imposta che è a carico dei passeggeri ma che deve essere versata dal vettore. Cifre non certo da capogiro considerando che noleggiare un jet privato costa, secondo quanto si può constatare su alcuni portali online, non meno di 2.000-2.500 euro all’ora. Come accertato dalle Fiamme gialle, però, in tanti hanno evitato di pagare l’imposta.

IL CASO TREVISO – Le violazioni non riguardano solo la Toscana. La guardia di Finanza del Comando Provinciale di Treviso, di vettori aerei che nel 2022 hanno omesso di versare l’imposta ne ha individuati ben 90. L’attività di vigilanza doganale e antifrode è stata svolta presso l’aeroporto “Antonio Canova” di Treviso e il danno erariale accertato è pari a 133.990 euro. Le violazioni hanno riguardato 1.202 passeggeri transitati per lo scalo trevigiano, distribuiti su 340 voli aerotaxi. Anche in questo caso l’attività ispettiva fa seguito a un’altra conclusa nel dicembre 2022: all’esito dei controlli, i finanzieri del Gruppo di Treviso avevano, infatti, individuato altri 72 vettori aerei, che nel precedente quinquennio d’imposta 2017-2021 avevano provocato un ammanco alle casse dello Stato di 133.500 euro, omettendo il versamento dell’imposta erariale dovuta al transito di altri 1.244 passeggeri, distribuiti su 378 voli aerotaxi.

EMISSIONI CO2 – Secondo il report commissionato da Greenpeace e realizzato da CE Delft, i voli privati (a noleggio e di proprietà) in partenza in Italia nel 2022 sono stati 55.624, producendo l’emissione di 266.089 tonnellate CO2. Un italiano, in media, emette (secondo i dati Eurostat) 7,1 tonnellate di CO2 all’anno. Tra l’altro gli aeroporti Toscani e quello di Treviso non sono i più utilizzati dall’aviazione privata. Al primo posto c’è Milano Linate con 8.397 voli in partenza nel 2022. La rotta più battuta è stata la tratta tra Milano-Roma, la stessa raggiungibile in poco più di tre ore con un treno dell’alta velocità.

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