L’ampezzano Carlo Lorenz non è un pilota esperto. Nessuno lo considera un asso della cloche, e lui stesso non pretende di esserlo. È un montanaro schietto, amico di tutti, e nel Cessna 206 della società Alialpi lo sanno bene mentre accende il quadro di comando. A bordo, oltre al pilota, trova posto l’amministratore della società proprietaria dell’aeroporto Renato Gedina e quattro componenti del Consiglio comunale di Cortina. Si tratta di un volo promozionale, finalizzato al rinnovo della concessione dell’aeroporto ormai in scadenza. Bisogna convincere il Comune: l’affare deve continuare! E di tempo da perdere, ormai, non ne rimane molto.

Siamo nel 1996, la primavera è arrivata anche sulle Dolomiti portando con sé vento forte. Quel primo giugno, le condizioni sono proibitive per volare. Sarebbe meglio rinunciare. Ma com’è possibile fare un passo indietro, ora, con a bordo gli uomini del Comune che devono decidere sulla concessione?

Il Cessna 206 si avvicina al fondo della pista. Le raffiche crescono e dalle parti della montagna un drappo di nubi scure diventa sempre più pesante. Avanti verso la posizione di decollo. Aumentano i giri del motore. Tutto è pronto. Si parte. Finché… Trovano la morte tutti e sei nel rogo che segue lo schianto, cinquecento metri dal decollo. E le nuove concessioni all’aeroporto di Cortina – tenendo conto anche di un’altra sciagura precedente – non sono più arrivate.

Si dovrà aspettare il febbraio 2022, quando la non ancora ministra Daniela Santanchè, indispettita dalle interminabili code sulle strade del Cadore, sbotta: “Raggiungere Cortina è un calvario. Bisogna riaprire l’aeroporto“. Pochi giorni fa arriva l’eco il suo amico Briatore: “I turisti stranieri sono il futuro di Cortina. Servono infrastrutture e un aeroporto”.

Ma siamo sicuri che Cortina debba ancora puntare sul turismo del lusso? Quel tipo di turismo è una forma di economia che arricchisce pochi impoverendo molti e procurando gravi danni collaterali. Il bilancio demografico di Cortina è oggi arrivato al -3,6 per cento. Crescendo la domanda, in particolare quella del lusso, tutto diventa caro, inarrivabile. E molti residenti sono costretti a lasciare, facendo i pendolari da sempre più lontani paesi dormitorio. In più, chi possiede un appartamento è tentato di venderlo al miglior offerente, magari a paperoni stranieri.

È così che si smembra un intero tessuto sociale. Una vera sostituzione etnica (come piace dire a questo governo) nella conca d’Ampezzo: dagli antichi ladini ai super ricchi polacchi. No, non è un buon affare puntare sul lusso. E tantomeno riaprire un aeroporto giudicato a suo tempo insicuro invitando a far scalo sotto le Tofane. Venite, venite in volo a Cortina (a vostro rischio e pericolo).

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