Una mostra sull’oncologia italiana curata da Officine Buone insieme e presso l’Istituto Nazionale dei Tumori (INT) grazie al supporto di Fondazione Cariplo e Regione Lombardia. Obiettivo è ispirare le nuove generazioni alla ricerca sui tumori. La mostra, che si intitola “The Big R.evolution”, è composta da pannelli infografici, contributi video, una audio-guida completamente fruibile tramite i QR code distribuiti lungo il percorso e una sezione con strumentazione scientifica storica reperita all’interno dei reparti ospedalieri grazie al supporto del personale medico e di ricerca. L’esposizione inizia il 13 dicembre e per i primi tre mesi si potrà visitare al piano interrato dell’INT di Via Venezian 1 a Milano. L’ambizione successiva da parte degli organizzatori è quella di esportare l’iniziativa anche nelle scuole, supermercati, metropolitane e location in cui la cultura della ricerca possa arrivare per creare consapevolezza e conoscenza. E’ stata realizzata dal team di Officine Buone, diventato negli anni un punto di riferimento nazionale per l’innovazione sociale.

Per la mostra sull’oncologia italiana di Officine Buone scelto l’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano – Gli organizzatori vogliono valorizzare il talento dei giovani per metterlo a disposizione di progetti sociali che nascono prevalentemente all’interno degli ospedali italiani. “Dalla musica alla cucina, al teatro e molto altro ancora, negli anni abbiamo frequentato i luoghi di cura per portare umanizzazione delle cure attraverso la donazione di talento e ci siamo accorti che in realtà eravamo circondati da un enorme talento che meritava assolutamente di essere valorizzato: è il talento dei ricercatori che ogni giorno lavorano per l’oncologia, uno dei temi più importanti per l’umanità”. A dirlo a ilfattoquotidiano.it è Ugo Vivone, ideatore dell’evento e managing director di Officine Buone. Da questa scintilla nasce “The Big R.evolution”, progetto che vuole raccontare chi fa ricerca con uno stile innovativo e lo stesso entusiasmo e modalità comunicativa che si usa per le pop star. E’ stato scelto l’INT per la sua storia quasi centenaria e le eccellenze che rappresenta. “Siamo orgogliosi di organizzare la mostra nel luogo in cui è nata l’oncologia italiana grazie al contributo di tanti milanesi”, dice Vivone. “Con la mostra raccontiamo anche questi quasi 100 anni di evoluzione, per sviluppare la cultura della ricerca, ispirare le nuove generazioni ed evidenziare l’importanza di una sanità pubblica capace di creare eccellenza”.

Contattato dal Fatto.it sull’importanza dell’evento è intervenuto anche il presidente dell’Istituto dei Tumori Marco Votta: “Il nostro Istituto continua a rappresentare un polo di eccellenza, ma questa posizione di preminenza riconosciuta a livello internazionale non è che il punto di arrivo di un lungo percorso storico: la posa della prima pietra risale al 1925, mentre l’attività clinica è iniziata nel 1928” – dichiara Votta –. “Ma quel che più conta è che dalla sua istituzione fino a oggi, l’INT è stato al centro dei più importanti risultati in campo clinico e sanitario, mantenendo sempre come obiettivo la tutela del paziente e la dignità dell’essere umano e sempre nell’ambito di un servizio pubblico”. La felice intuizione che ha dato vita all’Istituto e che l’ha reso uno dei punti di riferimento a livello mondiale, è stata quella di concentrare in un unico luogo ricerca e cura, al fine di trasferire al letto del paziente le innovazioni, con l’obiettivo di guarire dalla malattia, quando possibile, o perlomeno di renderla cronica.

I giovani come principale pubblico di riferimento. “Big R.evolution”: un progetto in continuo aggiornamento – “È un bagaglio di conoscenze importanti, in continua evoluzione e che va divulgato ai giovani. Da qui l’idea della mostra che ripercorre il lungo cammino dell’Istituto e che è rivolta prevalentemente ai giovani under 20, con l’obiettivo di ispirare allo studio delle materie STEM”, aggiunge il presidente dell’INT. -La mostra è dedicata soprattutto ai giovani delle scuole superiori e agli studenti universitari. “Questo target di pubblico è quello a cui maggiormente ci piacerebbe arrivare perché in quell’età si formano i cittadini che possono fare la differenza per il futuro di tutti. Ricordo – aggiunge Vivone – che durante i miei anni alle scuole superiori mi portarono in gita al Colosseo di Roma e da quel giorno sognai di diventare un archeologo per scoprire nuovi elementi di composizione della grande storia, così ho immaginato che visitare una mostra sull’oncologia e un ospedale così importante possa ispirare tanti giovani a diventare protagonisti della Ricerca”. La “Big R.evolution” è solo all’inizio perché, per sua natura, una mostra sulla ricerca non è mai finita e si arricchisce giorno dopo giorno di nuovi contributi. E’ stata pensata per essere una piattaforma di divulgazione viva e dinamica, che vorrà tenere accesi i riflettori sul tema in maniera forte e continuativa, con modalità di comunicazione differenti da quelle tradizionali che si appoggiano su canali come la tv e le campagne per il 5×1000. La “Big R.evolution” vuole comunicare sui social, nelle scuole e sul territorio per arrivare a tutti, con particolare attenzione ai giovani.

La parola ai giovani ricercatori tra i protagonisti dell’evento – Gli organizzatori della mostra ci tengono particolarmente a dar voce ai giovani ricercatori. Giulia Bertolini è ricercatrice in Epigenomica e Biomarcatori dei Tumori Solidi. Lavora nel Dipartimento di Oncologia Sperimentale. Il suo lavoro consiste principalmente nello studio delle cellule del tumore polmonare che danno origine alle metastasi. Queste cellule possono essere identificate nel sangue dei pazienti e possono dare importanti informazioni sull’evoluzione della malattia, sulla risposta ai trattamenti e sull’identificazione di nuovi target per terapie anti-metastatiche. “Io ed i mie colleghi dell’Advisory board per la comunicazione dell’Istituito abbiamo aderito con molto interesse e piacere al progetto The Big R.evolution”, spiega al Fatto.it Bertolini. “Le mie ragioni sono principalmente legate alla possibilità di trasmettere ai ragazzi l’importanza, la bellezza e la multidisciplinarietà della ricerca. Inoltre è stato davvero appassionante ripercorre le tappe fondamentali della ricerca oncologica pre-clinica, in cui l’Istituto ha dato e sta dando il suo fondamentale contributo”. Filippo Patti è medico radioterapista oncologo. Il suo è un lavoro multidisciplinare, imprescindibile da altre figure professionali come fisici medici, tecnici di radioterapia e infermieri. Consiste nel prendersi cura delle persone con un cancro attraverso l’uso delle radiazioni ionizzanti, dai pazienti guaribili a coloro che necessitano di alleviare sintomi riconducibili alla propria malattia. “Ho deciso di prendere parte a questo progetto perché credo sia fondamentale mantenere una luce accesa su quanto di importante si possa fare attraverso la scienza per aiutare il prossimo”. Per chi vorrà sostenere la mostra e la ricerca oncologica è possibile donare sia per Officine Buone visitando l’area Sostienici di officinebuone.it sia per l’Istituto Nazionale dei Tumori attraverso l’area “Come sostenerci” di istitutotumori.mi.it.

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