Sparatoria in un edificio della University of Nevada a Las Vegas, negli Usa. Un professore universitario di 67 anni ha aperto il fuoco e ucciso tre persone, una quarta è rimasta ferita. L’attentatore, che è stato ucciso dalla polizia, aveva legami con college in Georgia e North Carolina, ma non si sa che tipo di contatti avesse con il campus che ha attaccato. L’allarme è scattato su Twitter alle 12 ora locale (le 21 italiane), quando l’account dell’ateneo, precisando che “non si tratta di un’esercitazione” (“This is not a test”), ha invitato studenti e professori a evacuare l’area o a nascondersi (“Run-Hide-Fight”).

La sparatoria ha avuto luogo al Beam Hall Building, sede della Business school (la facoltà di Economia), e nell’edificio del sindacato studentesco. In una conferenza stampa lo sceriffo dell’area metropolitana di Las Vegas, Kevin McMahill, ha detto che “quello che è successo oggi è stato un terribile, imperdonabile crimine, se non ci fosse stata l’eroica azione degli agenti che hanno risposto, vi sarebbero state molte altre vittime“. La sparatoria ha shoccato il campus universitario, dove sono in corso gli esami di fine semestre prima delle vacanze invernali, e l’intera città di Las Vegas che nel 2017 è stata teatro della più sanguinosa strage di massa della storia moderna americana. Il primo ottobre 2017, al Mandalay Bay Hotel, sessanta persone furono uccise e altre centinaia rimasero ferite dal 64enne Stephen Paddock, che si mise a sparare sulla folla dalla finestra della sua stanza prima di suicidarsi.

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