Liste di attesa lunghissime per ricevere i servizi di assistenza e le terapie fondamentali per la qualità di vita delle persone non autosufficienti. Si tratta di un diritto alla cura negato soprattutto a decine di minori con gravi disabilità. È quello che sta accadendo a Pomezia, dove un gruppo di mamme particolarmente attive sta protestando da tempo. I genitori chiedono alle istituzioni di “vedere riconosciuta il prima possibile l’erogazione del contributo caregiver che spetta loro di diritto”. Il Comune di Pomezia, interpellato da ilfattoquotidiano.it, dice che “non sono loro i responsabili del problema perché le risorse arrivano, come previsto per legge, dalla Regione Lazio”. Che, a sua volta, sottolinea come “i fondi per il contributo caregiver messi a disposizione a livello centrale, poi ripartiti tra le Regioni, sono troppo pochi”. Va detto che è un problema che riguarda tutta Italia, quello della inadeguatezza delle risorse dedicate al contributo caregiver per le famiglie con parenti che vivono in condizione di estrema fragilità. In particolare nella cittadina laziale c’è una criticità superiore alla media, dato che ci sono addirittura tempi di attesa di anni per essere inclusi nella graduatoria e ricevere i soldi per pagare le cure e l’assistenza domiciliare.

“Non vengono garantiti i servizi essenziali. Siamo in lista d’attesa per ricevere il contributo caregiver ma la graduatoria si muove troppo lentamente, in un anno siamo saliti di una sola posizione e la lista d’attesa sembra infinita” denuncia a Erika Reibaldi, mamma di un bambino autistico di 4 anni e con disabilità fisica e sensoriale. Gli enti locali rispondono che hanno le mani legate e che le risorse in questione devono, secondo le normative vigenti, provenire dalla Regione di competenza. Reibaldi ha già denunciato sulla stampa locale i pesantissimi disagi e cercato anche di interloquire con gli enti territoriali coinvolti ma per ora, dice, non c’è stato alcun intervento, né dal Comune di Pomezia, né dalla Asl Roma 6 di competenza per il territorio di Pomezia-Ardea, né dal Consorzio sociale Ardea-Pomezia che eroga il contributo caregiver. Tutti gli enti assegnano le responsabilità per il disagio arrecato alla Regione Lazio, da dove arrivano le risorse economiche in ambito sanitario.

Regione Lazio: “Fondo caregiver? E’ un problema nazionale di risorse” – Al fattoquotidiano.it l’Asl Roma 6 ha risposto che “i contributi per i caregiver sono gestiti dai Distretti sociosanitari e nello specifico del territorio citato dal Consorzio sociale Pomezia-Ardea, pertanto non gestiamo noi tali fondi”. Inoltre l’azienda sanitaria locale precisa che “in altri Distretti partecipiamo a dei tavoli di confronto per approntare Avvisi o Domande”. Il Consorzio sociale Ardea-Pomezia non ha risposto al Fatto.it, mentre Regione Lazio si giustifica dicendo che si tratta di un “problema nazionale” e che “è in fase di approvazione il nuovo bilancio per il 2024” e quindi, lascia intendere, che potrebbero arrivare nuove risorse. Il Fondo nazionale per i caregiver, già insufficiente per le necessità esistenti, è approvato a livello centrale ma poi viene ripartito tra le Regioni.

Comune di Pomezia: “Abbiamo ereditato liste di attesa di 2 anni. Richiesto alla Regione più risorse? Ci hanno detto che erogheranno altri fondi” – La situazione è drammatica e lo conferma lo stesso Comune di Pomezia. “Non appena insediati (elezioni vinte a maggio 2023, ndr), ci siamo resi conto che i fondi non erano sufficienti rispetto alle persone che ne hanno diritto, c’erano liste in arretrato da circa due anni”, dice a ilfattoquotidiano.it la sindaca Veronica Felici (Fdi). “Abbiamo chiesto alla Regione ulteriori fondi per poter ampliare la platea di beneficiari, affinché le persone che si sacrificano per i loro cari possano avere un aiuto concreto per coprire le spese che quotidianamente sostengono”. Qual è la risposta che vi è stata data dall’ente presieduto da Francesco Rocca? “Ci hanno comunicato che, con disponibilità, la Regione erogherà altri fondi per far scorrere la graduatoria che vede famiglie in attesa da circa 24 mesi. Si tratta di un problema che affligge tutta Italia, che a Pomezia con la nostra amministrazione abbiamo preso a cuore, colloquiando con la Regione (della stessa area politica del Comune, ndr) per ottenere maggiori risultati. La Regione deve pubblicare il nuovo bilancio in quanto sta operando su quello della vecchia amministrazione, attendiamo novità proprio in base a questo”, afferma. Attendere altro tempo, ma le famiglie delle persone non autosufficienti non possono aspettare ancora.

Caregiver famigliari: “Discriminati i nostri figli con gravi disabilità. A Pomezia non c’è un centro convenzionato per terapie e servizi essenziali” – Intanto, però, in particolare ai genitori dei minori con gravissima disabilità vengono negati i contributi pubblici per accedere ai servizi fondamentali. Reibaldi ha creato un gruppo Whatsapp, coinvolgendo altre caregiver famigliari come lei che subiscono sulla propria pelle la stessa situazione delicatissima. Ci sono, ad esempio, Ilaria Serafini, che ha una bambina di 6 anni con disabilità intellettiva e sensoriale, Federica Turco, genitore di una bimba di 11 anni con diverse disabilità e Agnese Volpi, caregiver di sua mamma di 83 anni non autosufficiente. “Ad oggi siamo oltre 20 mamme e sto facendo da portavoce segnalando lo stesso problema: a Pomezia, pur avendone diritto, non tutti riceviamo il contributo caregiver per i nostri bambini. Voglio anche denunciare che non c’è un centro accreditato con personale idoneo per far fare le terapie ai nostri figli”. Le famiglie per far curare i propri bimbi sono costrette a fare ogni volta viaggi che durano ore in altre aree meglio servite, moltiplicando costi e disagi. “Non ce la facciamo più a subire queste discriminazioni, ci costringono a dover pagare le terapie in centri privati peraltro lontani da casa e facendoci spendere tantissimi soldi”, afferma Reibaldi.

La sindaca di Pomezia: “68 sono attualmente i beneficiari del contributo caregiver, 50 in lista di attesa. Novità? 26 sono in fase istruttoria per riceverlo” – L’ufficio della prima cittadina di Pomezia ha rilasciato al Fatto.it alcuni dati per capire quanti caregiver famigliari ricevono il contributo. “Gli utenti beneficiari sono 68 per una spesa totale di 537.600 euro. Poi ci sono 50 utenti in lista d’attesa, in coda da vecchie graduatorie. Novità degli ultimi giorni, invece, è che altre 26 famiglie sono in fase istruttoria per ricevere il contributo”, dichiara il Comune senza indicare le tempistiche di quando partiranno le erogazioni. Il contributo caregiver varia, a secondo delle caratteristiche dei richiedenti aventi diritto, dai 400 euro mensili a 700 euro. I soldi sono corrisposti mediante bonifico bancario in favore della persona assistita. “Noi mamme siamo stremate e gli enti preposti non ci aiutano. Vogliamo far sentire la nostra voce e continueremo a lottare”, sottolinea Reibaldi. La madre caregiver aggiunge: “Le istituzioni dicono sempre che non ci sono i soldi ma devono in ogni caso garantire i servizi essenziali a chi ne ha bisogno per vivere, altrimenti non è un’esistenza dignitosa”. Il loro caso, che non è l’unico, è ancora più difficile perché si tratta di una famiglia monoreddito. “Non sto lavorando per seguire a 360 gradi mio figlio e il costo delle terapie da sostenere è esorbitante. Le esigenze terapeutiche di mio figlio stanno aumentando e quindi ho sempre maggiore necessità di fruire del sostegno di cui ho diritto. Per loro sembra che siamo solo dei numeri inseriti in una graduatoria”, termina Reibaldi.

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