C’è un nuovo fronte nell’inchiesta della procura di Ivrea sull’incidente di Brandizzo, costato la vita a 5 operai di una ditta di manutenzione dei binari. I pubblici ministeri stanno cercando di fare luce sulle procedure previste da Rete ferroviaria italiana in materia di sicurezza sui lavori lungo le linee. “Dubbi”, viene riferito in ambienti giudiziari che vanno chiariti e hanno portato all’acquisizione di documenti disposta nei giorni scorsi.

I magistrati hanno cominciato a raccogliere informazioni su episodi avvenuti in varie località italiane: non si tratta – secondo quanto si è appreso – di aprire nuovi procedimenti ma di acquisire dati utili per comprendere il quadro generale. Recentemente era emersa l’iscrizione nel registro degli indagati di due manager di Rfi. Si tratta di Gaetano Pitisci e Andrea Bregolato.

Oggi è stato anche il giorno dell’interrogatorio di Antonio Massa, il dipendente di Rete ferroviaria italiana, primo indagato perché era il “caposquadra” che si trovava sui binari la notte dell’incidente. L’uomo si è avvalso della facoltà di non rispondere. Nei pochi minuti in cui si è confrontato con i pubblici ministeri per la verbalizzazione Massa ha pianto.

“Non ho nulla da dire”, ha detto ai giornalisti che lo attendevano all’uscita del palazzo di giustizia. Il suo legale, Antonio Maria Borello, ha spiegato che è in condizioni di disagio e di “fragilità” tali (certificate anche da uno psicoterapeuta) da non poter sostenere un interrogatorio e quindi di esercitare il proprio diritto di difesa.

L’uomo è affetto da “elementi di sofferenza psicologica che sembrano ricondurre a un disturbo da stress post traumatico”. L’avvocato ha anche ricordato che Massa ha già dichiarato di “non avere mai autorizzato gli operai” a lavorare sui binari prima del passaggio del treno che poi li travolse. Con Massa e i due manager, sono indagati anche Andrea Gerardin Gibin, capocantiere della ditta che svolgeva i lavori, la Sigifer di Borgo Vercelli, e altri quattro dirigenti della stessa azienda.

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