Sorride amaro Luciano Spalletti. Euro 2024 sarà tutto in salita per la sua Italia, fin dall’inizio. Ma d’altra partendo dalla quarta fascia non si poteva pretendere granché. E ci è andata pure particolarmente male: la Spagna che per gli azzurri agli Europei è sinonimo di grandi sfide, nel bene e nel male; la Croazia, squadra ostica che è sempre meglio evitare; l’Albania, che non è più la Cenerentola di qualche anno fa e senza nulla da perdere giocherà per stupire. Il girone più difficile del torneo, senza timore di smentita.

Messa così, dobbiamo prepararci a un’estate azzurra di sofferenza. Poi bisogna anche andare a guardare nelle pieghe del sorteggio per trovare qualche consolazione. La Spagna, che ha vinto l’ultima Nations League nel 2023 (proprio contro la Croazia ed eliminando in semifinale l’ultima Italia di Mancini), non è però più la corazzata di un decennio fa. E nemmeno la squadra che Luis Enrique aveva plasmato nell’ultimo ciclo a sua immagine e somiglianza, nel bene e nel male, battuta con tanta fortuna dagli azzurri a Euro 2021 e poi collassata agli ultimi Mondiali. Affidata al ct De La Fuente, promosso dall’Under 21, ha sempre la sua anima giochista votata alla valorizzazione dei giovani, ma con più moderazione del suo predecessore così integralista. Il girone di qualificazione è stato pressoché perfetto (una sola sconfitta, indolore, in Scozia), molto più pesanti potrebbero essere il grave infortunio di Gavi, la condizione precaria di Pedri, Ansu Fati e una nuova generazione che non è ancora sbocciata fino in fondo.

Quella della Croazia invece è ormai quasi passata. È stata la grande rivelazione degli Anni Duemiladieci, culminati nella storica finale a Russia 2018. La generazione d’oro dei vari Modric, Perisic, Rakitic ormai è in declino ma ancora non si è rassegnata al tempo che passa, pur senza ricambi all’altezza (l’unico innesto di livello alla vecchia generazione è stato il centrale Gvardiol). A Qatar 2022, ad esempio, quando tutti la davano ormai per morta, è arrivata ancora terza, eliminando il favoritissimo Brasile. Agli Europei storicamente è andata meno bene. Ma è la classica nazionale che nel torneo di un mese, nella gara secca, nessuno vorrebbe incontrare.

Paradossalmente l’Italia farà meglio a preoccuparsi soprattutto dell’Albania. Perché sarà la partita d’esordio, già da dentro o fuori considerando le altre due avversarie. Contro quella che viene annunciata come la squadra cuscinetto del girone, e per forza di cose lo è, ma ha fatto grandi passi avanti rispetto al passato. Del resto più di mezza squadra titolare gioca in Serie A, da Asslani a Berisha, passando per Hysaj e Bajarami. Manca giusto talento offensivo a una nazionale che col nuovo ct portoghese Sylvinho ha un po’ abbandonato la filosofia difensivista a lungo praticata in passato.

L’unica, vera consolazione per l’Italia – oltre al rinnovato entusiasmo con Spalletti – è proprio la formula. Nella versione extra-large degli Europei voluta da Platini e ormai in vigore da qualche edizione, passano non solo le prime due ma anche le quattro migliori terze su sei gironi. Insomma, probabilmente basterà arrivare davanti alla piccola Albania, vincere la partita d’esordio che vale come uno spareggio e pareggiarne contro le (non più) irresistibili Spagna e Croazia per garantirsi almeno gli ottavi di finale. Non un’impresa, anche se oggi lo sembra.

Twitter: @lVendemiale

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