Niente da fare. Sparisce a Milano l’obbligo di installazione nei mezzi pesanti dei sensori per l’angolo cieco per accedere in città. La delibera della giunta guidata da Beppe Sala, approvata dopo un numero record di incidenti mortali che hanno coinvolto persone in bici e camion, è stata “integralmente annullata” dal Tar della Lombardia. Per il tribunale amministrativo, infatti, il Comune non ha le competenze per prendere decisioni in materia di circolazione stradale per quanto riguarda ordine pubblico e sicurezza. In questo caso l’unico a potere legiferare è lo Stato che, su questi argomenti, ha competenze “esclusive”. “Un dispositivo volto a scongiurare incidenti” a danno di “pedoni e ciclisti” – argomentano i giudici la propria decisione citando la Corte Costituzionale – risponde a “un’esigenza di ordine pubblico e sicurezza” che è “funzionale alla tutela dell’incolumità personale” per “prevenire una serie di reati come l’omicidio colposo e le lesioni colpose” da rimandare alla “normativa statale“.

Deroghe e ricorsi – Il divieto di accesso nelle zone di area B e C di bus e camion sprovvisti di sensore per l’angolo cieco (cioè quei punti non visibili dal conducente) era scattato dal primo ottobre. In realtà, come aveva già sottolineato ilfattoquotidiano.it, grazie ad alcune deroghe – bastava essere in possesso del contratto di acquisto dei sensori, anche se non installati – i mezzi pesanti avrebbero potuto continuare a circolare liberamente fino al 31 dicembre 2024. Scadenza posticipata al 31 dicembre del 2025 per i mezzi “più leggeri”. Tempistiche che non avevano convinto le associazioni che da anni si battono per ottenere maggiore sicurezza nelle strade milanesi, che invece si appellavano alla giunta per ottenere “provvedimenti immediati”. Nonostante ciò, però, nove aziende di trasporto e Assotir si sono rivolte al Tar per chiedere l’annullamento della delibera. I ricorsi sono stati riuniti e il Tribunale amministrativo ha dato loro ragione. Il divieto, per il Tar, può essere introdotto solo dallo Stato.

Competenza del ministero di Salvini – I sensori per l’eliminazione dell’angolo cieco sono già stati introdotti in diverse città europee, dove l’utilità di questo strumento nella riduzione degli incidenti è stata già riscontrata. Un obbligo che però in Italia non è previsto dal codice della strada (norma nazionale): per introdurlo, così, il Comune di Milano ha utilizzato le sue competenze sull’Area B e C (la zona a traffico limitato che coincide con gran parte del territorio della città). Una sorta di escamotage, per superare il problema e intervenire su quella che le associazioni cittadine hanno definito “Emergenza Milano”, che però il Tar ha bocciato proprio per “incompetenza del Comune” ad adottare quegli atti perché “la disciplina della circolazione stradale corrisponde a una pluralità di competenze legislative esclusive dello Stato”. Per i giudici, sull’approvazione “sia dei dispositivi di controllo e regolazione del traffico” anche “supplementari” rispetto a quelli del codice della strada ordinario dovrebbe decidere il “Ministro delle infrastrutture e dei trasporti“. Solo il dicastero guidato da Matteo Salvini, pertanto, potrebbe fare qualcosa.

Dal Comune appello al Governo – Intanto l’assessora alla Mobilità, Arianna Censi, ha ribadito che il Comune di Milano è convinto che il divieto di circolazione all’interno della città per bus e camion non dotati di sensori dell’angolo cieco sia “essenziale” per evitare incidenti a pedoni e ciclisti. Per questo Censi lancia un appello al governo: “Siamo orientati a proporre appello al Consiglio di Stato, perché – ha spiegato – noi riteniamo questa misura essenziale per proteggere i ciclisti e pedoni e dare più sicurezza a coloro che utilizzano in maniera sempre più frequente le due ruote o si muovono a piedi”. “Penso al di là di ciò – ha aggiunto -, che non sia più rimandabile un intervento da parte del Governo, in modo da introdurre questa misura in tutte le città per tutelare chi percorre le strade in bicicletta e a piedi”.

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