Era stata licenziata al suo rientro dalle ferie matrimoniali, ma ha impugnato il provvedimento e il giudice del lavoro le ha dato ragione. La vicenda di una dipendente della Sermometal – azienda metalmeccanica di Latina – si conclude con un annullamento del licenziamento per discriminazione di genere. Nel 2019 la dipendente era stata licenziata dall’azienda, che contestava gravi mancanze al rientro dopo il periodo di congedo matrimoniale, mancanze che celavano a detta della lavoratrice, le reali ragioni che avevano indotto la società a mandarla via.

E così ha deciso di impugnare il provvedimento davanti al giudice del lavoro del Tribunale di Latina che nei giorni scorsi ha confermato il primo provvedimento cautelare, dichiarando il licenziamento nullo e discriminatorio perché irrogato in violazione del Codice sulle pari opportunità nei rapporti sul luogo di lavoro tra uomo e donna. Il vero motivo era da individuare nella decisione della lavoratrice di sposarsi e creare una famiglia, godendo quindi dei diritti previsti dal contratto di lavoro e che riguardano tutte le categorie. “Il sentore di essere innocente – spiega il suo avvocato, Fabio Leggiero – di non aver commesso mancanze sul lavoro e di aver subito un licenziamento discriminatorio, ha spinto la dipendente a muoversi per difendere il suo diritto a contrarre matrimonio e a creare una famiglia, oltre i normali obblighi lavorativi”.

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