La maggioranza ha dato ordine di non presentare emendamenti alla manovra in commissione Bilancio al Senato? Sono cose che lasciano basiti, è invereconda questa idea che un parlamentare non possa presentare emendamenti. Ma vogliamo scherzare? Adesso quelli della Lega hanno fatto questo scherzetto di presentare comunque emendamenti. Sono segnalini di fumo di crisi“. Così, ai microfoni di Radio Radicale, Pier Luigi Bersani commenta quanto accaduto ieri in Commissione Bilancio al Senato, dove la Lega ha presentato tre emendamenti alla manovra, poi ritirati, violando l’accordo di maggioranza che prevedeva modifiche attraverso un maxi-emendamento concordato.
E aggiunge: “Ormai con questo governo c’è di fatto un monocameralismo e vogliono pure una riforma istituzionale che cancelli totalmente il ruolo del Parlamento. Stiamo andando verso una deriva di deformazione del meccanismo costituzionale. Bisogna mettere alta l’attenzione su questa cosa qui”.

Bersani poi si sofferma sulle riserve espresse dalla Commissione europea sulla manovra finanziaria, per la quale il commissario Gentiloni ha annunciato che dopo le elezioni europee del prossimo giugno saranno aperte eventuali procedure per deficit eccessivo in base all’esito dei dati di bilancio del 2023. Alla domanda del giornalista Lanfranco Palazzolo, che gli chiede perché aspettare fino a giugno del 2024, l’ex ministro risponde sorridendo: “Fra i numeri e la politica c’è sempre qualcosa di mezzo, anche se i numeri parlano chiaro. È evidente che sarebbero arrivate delle turbolenze davanti all’esame della Commissione europea. La legge di bilancio del governo Meloni è modesta, priva di idee e di straordinaria precarietà, perché è fatta in molte parti in deficit e in più ci sono misure fiscali, come quelle sul cuneo, che hanno una traiettoria dalla durata di un anno”.

E sottolinea: “Non c’è mica bisogno di essere commissario europeo, ogni persona di buon senso sa che sarà faticoso togliere dall’anno successivo queste provvidenze. E quindi la preoccupazione è che questa traiettoria già problematica di deficit possa aggravarsi. E sono preoccupazioni legittime. Immagino che la Commissione europea, in questa fase ancora interlocutoria, credi che nel frattempo – spiega – aggiustino qualcosa della manovra. Io lo credo molto meno, perché da parte di questo governo non vedo la consapevolezza di questi problemi, né un’agenda che metta a tema questo tipo di questioni. Ci distraggono su tantissime cose stravaganti, dall’Albania al premierato fino alla guerra ai sindacati, ma l’agenda del paese è ben diversa”.

Bersani, infine, spiega nuovamente i motivi dietro al rialzo dell’outlook sull’Italia da parte dell’agenzia di rating Moody’s, come già fatto in una sua vivace querelle con il deputato di Forza Italia Giorgio Mulè a Dimartedì: “Funziona così: quando per due volte ti viene dato l’outlook negativo e sei a un passo dalla bocciatura del debito pubblico, al terzo outlook negativo vai nella spazzatura. Come direbbero dalle mie parti, anche queste agenzie non cercano il freddo nel letto, perché c’è una situazione economica troppo turbolenta in giro. E quindi io credo che da parte di Moody’s ci sia stata prudenza – conclude – magari anche legata a qualche considerazione reale, come gli interventi a stringere sulle pensioni, con cui c’è un ritorno alla grandissima della legge Fornero, e soprattutto questo gioco delle 3 carte sugli extraprofitti delle banche. Hanno cioè preso il Levante per il Ponente come Cristoforo Colombo e quindi all’atto pratico Moody’s ha visto un sistema bancario più rafforzato. E questo tranquillizza le agenzie”.

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