Il sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi rischia il processo. L’accusa è di non aver pagato i debiti con l’Agenzia delle Entrate (in totale circa 715mila euro) mentre la compagna comprava quadri al suo posto. Il tutto per mettere l’opera al riparo da eventuali aggressioni da parte del Fisco. Accuse, queste, respinte sia da Sgarbi, sia dalla compagna Sabrina Colle. L’indagine è stata rivelata nelle scorse settimane dal Fatto e secondo quando risulta la Procura di Roma ora ha chiuso indagine, atto che di norma prelude a una richiesta di rinvio a giudizio.

L’inchiesta ruota intorno all’opera “Il giardino delle Fate”: risale al 1913 ed è dell’artista Vittorio Zecchin. Chi la mette in vendita è la Casa d’aste Della Rocca. Secondo i pm, è Sgarbi a partecipare all’asta, circostanza che il sottosegretario nelle scorse settimane ha negato. Aggiudicata per 148 mila euro circa, l’opera però non è stata comprata da Sgarbi, bensì dalla sua fidanzata Sabrina Colle. Ma per la Procura di Roma resta Sgarbi il reale acquirente. Al Fatto il critico d’arte aveva spiegato: “Il dipinto è stato donato alla mia fidanzata da Corrado Sforza Fogliani, come risulta da bonifico. Io non ho mai partecipato all’asta. La mia fidanzata ha battuto il quadro e dopo un certo tempo, attendendo di pagarlo, ne ha parlato con Sforza Fogliani che ha deciso di regalarglielo”. Stessa versione di Sabrina Colle: “Sforza Fogliani era un mio grandissimo amico, mi ha fatto un regalo. Tutto questo lo abbiamo già spiegato alla Finanza”.

Sullo sfondo ci sono i debiti con l’Agenzia delle Entrate, ossia quei 715 mila euro che derivano per lo più da imposte dirette e Iva. Sgarbi aveva spiegato: “Sono in regolare regime di rottamazione da marzo di quest’anno”. “Questa indagine non può che finire con un’archiviazione. – aveva invece detto il suo legale, l’avvocato Giampaolo Cicconi – Era un regalo di Sforza Fogliani a Sabrina Colle. Inoltre è facilmente dimostrabile che Sgarbi non aveva alcuna intenzione di sottrarre il bene al Fisco anche perché in quel momento aveva acquistato quadri per 2 milioni di euro e tutti intestati a lui”. E le cartelle esattoriali non pagate? “Sono multe e tasse – spiega Cicconi –. Il sottosegretario ha fatto la rottamazione ter, ha pagato tre rate, la quarta gli è saltata e poi è subentrata la rottamazione quater. In ogni modo ha già versato oltre 250 mila euro di rottamazione ter”. L’avvocato Cicconi poi aggiunge: “Guardando la documentazione anche con il commercialista, risulta che dal 2014, soprattutto dal 2015 in poi, sono insorte difficoltà a seguito della morte della mamma e con una successione ereditaria passiva. Sono stati impiegati molti soldi e per questo ci sono stati dei buchi (nei pagamenti, ndr) 2015, 2016, 2017 derivanti anche da debiti ereditari”.

Intanto l’indagine romana è andata avanti. Ora il sottosegretario può depositare memorie e chiedere di farsi interrogare. A quel punto i pm decideranno se chiedere l’archiviazione o un processo. Abbiamo chiesto a Sgarbi della notifica della chiusura indagine: “Non mi risulta”, ha risposto per poi rimandarci al suo legale. “Io mi occupo di Michelangelo”.

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