A Milano le denunce per violenza sessuale sono raddoppiate ma manca più della metà dei magistrati che dovrebbe occuparsene. È questo l’allarme lanciato dalla procuratrice aggiunta di Milano Letizia Mannella a capo del pool che si occupa delle fasce deboli. “I dati sono drammatici – racconta la procuratrice – il nostro dipartimento dovrebbe avere 18 sostituti procuratore nel nuovo assetto ma stiamo lavorando in otto e mezzo”. E se si allarga lo sguardo all’intera Procura la situazione non migliora: “C’è uno scoperto del 40% dei magistrati e del 60% degli amministrativi” spiega Mannella sottolineando l’impegno di magistrati e forze dell’ordine per sopperire alle carenze d’organico di fronte a una mole di lavoro sempre più grande. Negli ultimi quattro anni, a Milano, le denunce per violenze sessuali sono raddoppiate arrivando nei primi otto mesi del 2023 quasi a mille. I fascicoli per violenza sessuale di gruppo, poi, sono passati in totale da 20 a 53. Un aumento generale che va letto “in senso positivo” secondo la procuratrice Mannella perché è il segnale che nelle vittime c’è una maggiore “consapevolezza e fiducia nelle forze dell’ordine e nei magistrati”. E poi c’è la questione dei tempi dei processi. “Dobbiamo ridurre la durata – racconta il presidente facente funzione del Tribunale di Milano Fabio Roia – come forma di rispetto della vittima e per evitare un’involontaria violenza secondaria”. Tra i fattori che producono l’allungamento dei tempi c’è ancora la carenza “di giudici e risorse” secondo la presidente quinta sezione penale tribunale di Milano Elisabetta Canevini: “E questo dato che si parla sempre di riforme a costo zero mi sembra che vada sottolineato”.
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