“Questa giudice me la porterò con me nella tomba”. Era stata questa frase intercettata e detta a un famigliare in carcere da Raffaele Casamonica, componente dell’omonimo clan, a far scattare nel marzo del 2020 una tutela di quarto livello per la giudice di Roma, Emanuela Attura. Alla magistrata erano stati assegnati quindi un autista e un agente. Da mercoledì 22 novembre la gip non sarà più tutelata per decisione dell’Ufficio centrale interforze per la Sicurezza personale del dipartimento della Pubblica sicurezza (Ucis). Casamonica, esponente del gruppo criminale definito mafioso in diverse sentenze, è ricoverato e le sue condizioni sono considerate gravi.

La gip era stata bersaglio di un attacco politico dopo che, il 6 luglio scorso, aveva disposto l’imputazione coatta per il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, nell’inchiesta relativa al caso Cospito. Sulla fuga di notizie per le informazioni passate al deputato Fdi Giovanni Donzelli inizierà l’udienza preliminare il prossimo 29 novembre. Il caso era esploso quando “fonti di Palazzo Chigi” avevano accusato parte della magistratura “di svolgere un ruolo attivo di opposizione“. “In un processo di parti non è consueto che la parte pubblica chieda l’archiviazione e il giudice per le indagini preliminari imponga che si avvii il giudizio – si leggeva nella nota – In un procedimento in cui gli atti di indagine sono secretati è fuori legge che si apprenda di essere indagati dai giornali, curiosamente nel giorno in cui si è chiamati a riferire in Parlamento, dopo aver chiesto informazioni all’autorità giudiziaria. Quando questo interessa due esponenti del governo in carica è lecito domandarsi se una fascia della magistratura abbia scelto di svolgere un ruolo attivo di opposizione. E abbia deciso così di inaugurare anzitempo la campagna elettorale per le elezioni europee“.

Il caso che era finito al Consiglio superiore della magistratura a cui era stata presentata la richiesta di apertura di una pratica a tutela della giudice: un modo per sollecitare un intervento formale del massimo organo di autogoverno delle toghe per stigmatizzare l’attacco rivolto dalle “fonti” della Presidenza del Consiglio. Erano i giorni caldissimi che vedevano in grande difficoltà anche la ministra del Turismo, Daniela Santanchè iscritta nel registro degli indagati da mesi per Visibilia. Attura, giudice per le indagini preliminari in importanti inchieste della Direzione distrettuale antimafia di Roma, sul clan Casamonica e sulle locali di ‘ndrangheta trapiantate nel viterbese, nei giorni scorsi è stata quindi informata dal Tribunale della revoca decisa a fine ottobre dall’Ucis. Il provvedimento non necessita che al destinatario della tutela sia comunicata la motivazione. Contattata dal FattoQuotidiano.it la magistrata non ha voluto rilasciare commenti.

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