In un libro sull’ecologia e l’evoluzione della religione sostengo che le religioni, tratto fondamentale di tutte le culture umane, hanno favorito, con i riti, lo sviluppo della socialità e il successo delle popolazioni che le praticavano e le praticano. In caso di conflitti, credere alla protezione di una divinità vince la paura, assieme alla convinzione che il passaggio terreno sia l’anticamera di un posto bellissimo, a cui si potrà accedere se si obbedirà ai dettami divini, magari lasciandoci la pelle.

L’illuminismo ha separato le certezze della fede dalla razionalità della scienza, basata sul dubbio. Però, se scienza e tecnologia sono in mano a chi pensa di essere in missione per conto di Dio, e non mi riferisco ai Blues Brothers, sono guai grossi. Chi ora contende all’occidente una supremazia prima indiscussa ha adottato la nostra impostazione culturale, basata sulla scienza. Scienze e tecnologie hanno valore universale, indipendentemente dalla religione di chi le usa: uniscono, anziché dividere, mentre le religioni sono maestre di divisioni tra fedeli e infedeli, a seconda della divinità di riferimento, anche se fedeli e infedeli hanno le stesse armi.

Gli Stati che si basano su libri scritti da divinità ora usano la scienza per sviluppare le proprie politiche, con comportamenti che ci portano indietro di secoli, quando le guerre si facevano in nome di un dio. Ma era per finta… le guerre hanno sempre avuto un solo motivo: aumentare le proprie risorse acquisendo quelle di altri. Un motivo che non appare nobile, mentre combattere, uccidere e morire per la propria fede ha una dignità senz’altro superiore. Noi non combattiamo più in nome di dio, magari combattiamo per la democrazia, per la libertà, per difendere i deboli dai soprusi dei forti, ma non ci pensiamo neppure ad immolarci, certi di un paradiso che ci attende. La Prima e la Seconda guerra mondiale hanno visto prima di tutto popoli cristiani che si facevano a pezzi, anche se il nazifascismo ha colpito chi professava l’Ebraismo, adducendo però motivi biologici (la razza inferiore) e non religiosi all’insano proposito di eradicare gli Ebrei.

La religione ha molta presa sui popoli che soffrono, lenisce il loro disagio e dà loro la forza di affrontare le avversità. Non per niente il cristianesimo si affermò nei “poveri”, costretti a subire continue angherie. Raggiunto il benessere, il fervore religioso si affievolisce.

Non è un caso che l’Islam sia la religione di porzioni “sfavorite” della popolazione umana, con l’eccezione dei petrolieri. Il Cristianesimo lo è stato, ma oramai siamo troppo smaliziati. La terza religione monoteista, l’Ebraismo, è una via di mezzo. Gli Ebrei sono avanzatissimi da un punto di vista scientifico e tecnologico ma, nella società israeliana, larghe fasce della popolazione vivono seguendo alla lettera i dettami di una religione millenaria, con comportamenti stereotipati che fanno sorridere chi ha smesso da tempo di non mangiare carne al venerdì.

Anche da noi persistono furbacchioni che abusano della credulità popolare dichiarandosi “Celesti”, baciando rosari, o parlando con angeli, dichiarandosi unti dal signore, per poi farsi ungere da un harem di signore! Alle malefatte in nome della fede si risponde dicendo che gli uomini possono sbagliare, ma dato che il libro è scritto da Dio, il libro non può sbagliare. E torniamo punto e a capo. Non si può opporre la ragione alla fede. Sono due cose differenti: se si mescolano e si integrano, abbiamo i fanatici che usano le armi della ragione per affermare il proprio credo religioso, spesso truffando i “semplici”.

Noi europei stentiamo a capire che Ebrei e Musulmani siano ancora permeati dai rispettivi credo religiosi. Gli Ebrei sono identici a noi ma una visita in Israele mostra che la modernità convive con l’obbedienza cieca ai dettami del libro sacro. Alcuni ballano tutta la notte nei rave parties, altri sfornano genialità nel Technion, altri battono la testa sul Muro del Pianto e avvolgono il filatterio attorno al capo e al braccio sinistro, seguendo complicati rituali quando si tratta di mangiare.
Ebrei e Musulmani si rinfacciano eventi di migliaia di anni fa, in base ai loro libri sacri, ognuno convinto di avere Dio dalla propria parte. Peccato che si tratti di divinità differenti.

L’ateismo di Stato imposto da regimi totalitari non ha successo. Non ci si libera dagli aspetti deleteri della religione per imposizione: le imposizioni rafforzano, generano martiri e incoraggiano l’emulazione. Un popolo ci deve arrivare da solo, con le sue forze, come abbiamo fatto noi con l’illuminismo. Superato il fondamentalismo, non c’è nulla di male nella religione, se fa star bene chi la pratica: una delle poche persone ragionevoli e autorevoli è al vertice della religione cattolica. Francesco chiede la conversione ecologica e esorta gli umani a considerarsi fratelli. Tutti. Indipendentemente dalla religione professata. L’evoluzione della religione potrebbe riservarci qualche sorpresa e l’Europa potrebbe riacquistare una prominenza culturale verso il resto del mondo, indicando la via al considerarci quello che siamo: esemplari della stessa specie, una specie sociale che si definisce “sapiente”.

Se questo non avverrà, poco male: ci penserà la selezione naturale.

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