Una overdose di eventi, più di settanta in pochi giorni, tra sedi istituzionali e sedi private, come se non bastasse una fiera del cioccolato ed una sui vini. A Torino luoghi semidiroccati come la Cavallerizza Reale per ospitare Paratissima con “Eye Contact”, mentre Artissima, all’Oval in quattro sezioni con 100 gallerie, si presentava alla trentesima edizione come fiera sperimentale di ricerca e cutting-edge. Sempre al Lingotto, alla Pinacoteca Gianni e Marella Agnelli, inaugurava “Form Form Superform” di Thomas Bayrle. Al Castello di Rivoli, pochi chilometri da Torino, l’omaggio per i brillanti 90 anni di Michelangelo Pistoletto, con la rassegna “Molti di uno” .

Non pensate che sia finita qui, il giorno successivo, le Gallerie d’Italia, un’iniziativa della Fondazione San Paolo, nella sede storica di piazza San Carlo, invasa dai gazebo dei cioccolatieri, presentava “Grant Contemporary Photography”, una rassegna di cinque fotografi contemporanei di talento, in cui ha eccelso Monica De Miranda. Alle Ogr, ex Officine Grandi Riparazioni, da alcuni anni sede espositiva, dalla mattina alla sera, una miriade di mostre, performance sempre sul tema dell’arte contemporanea, a raffica ne proponeva due al giorno.

Impossibile ricordarle e vederle tutte, anche ad essere disoccupati, pensionati, nullafacenti, un parossismo esagerato, uno stordimento anche solo a leggere gli inviti, capirne il significato, gli orari e le sedi. Un tocco di contemporaneo si è visto anche in un’altra inaugurazione, al MAO, Museo d’Arte Orientale, uno dei più interessanti di Torino, anche se non reclamizzato come l’Egizio, con installazioni di Kengo Kuma, mentre le preziose collezioni permanenti d’arte cinese e giapponese, si rivedono sempre con piacere. Dimenticavo, sempre nelle stesse giornate, Flashback in precollina ed il PAV, Parco Arte Vivente “Car Crash” con l’Arte povera e poi la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo con “Visual Persuasion” di Paulina Olowska e Vestiges di Peng Zuquiang.

Dopo questa indigestione di arte contemporanea, penso che gli organizzatori quest’anno abbiano puntato allo sfinimento anche degli appassionati, pensando Torino una città di nullafacenti o ricchi pensionati, andare a Venaria Reale è stato un momento di ristoro, in una calda giornata di novembre.

Dopo le suggestive celebrazioni di San Uberto, nella omonima Chiesa della Reggia ed organizzate dalla relativa Accademia, con tanto di seguito di Cavalieri con corni da caccia alla Volpe, cani e falconieri, visitare la Mostra su Turner. Joseph Mallord William Turner (1775-1851), uno dei più importanti pittori inglesi, presente alla Reggia, sino al 28 gennaio 2024 con 40 opere tra oli, acquarelli e disegni con curatela ed allestimento del prestigioso Tate UK. I disegni, specie nella forma di appunti di viaggio, nello stile Gran Tour, sono i più interessanti perché dimostrano l’interesse e l’amore dell’artista per il nostro Paese e la sua ineguagliabile bellezza.

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