L’ex attaccante della Juventus e della Nazionale Alessandro Del Piero giovedì 9 novembre ha spento 49 candeline. Diventato campione del mondo nel 2006 e considerato uno dei migliori giocatori italiani di tutti i tempi, di “Pinturicchio” – questo il soprannome datogli da Gianni Agnelli – è stato ripescato in queste ore uno storico documento, che riporta l’analisi di uno dei primi osservatori che giudicò i pregi e i difetti di un giovane Del Piero, allora solo 16enne.

“Struttura fisica non eccezionale“. Così esordisce il documento di Antonio Venturi, osservatore della Juventus, redatto nell’ormai lontano 1991. Un incipit non promettente, e che ad oggi può far sorridere, ma seguito da un’analisi puntuale e quasi profetica: “Eccellente bagaglio tecnicotattico“. Venturi era stato in grado già allora di cogliere le straordinarie capacità tecniche di Del Piero, ma anche l’abilità tattica e la visione di gioco, definiti “eccellenti e naturali“.

Tutte caratteristiche che Del Piero ha poi avuto modo di mettere in mostra nel corso della sua carriera, dall’approdo nella squadra bianconera negli anni ’90 all’ultimo scudetto e all’addio alla squadra di Torino. Oltre a un simbolo della Juventus, negli anni è diventato anche un simbolo della Nazionale, vantando 91 presenze in nazionale, di cui 7 da capitano e segnando 27 reti, di cui 2 ai mondiali e una agli europei.

Ogni volta che è entrato in azione ha sempre fatto la cosa giusta“, aveva osservato senza mezzi termini Venturi. Del Piero ha saputo confermare questa analisi d’esordio, rimanendo ancora oggi nel cuore di tifosi, appassionati di calcio e della stessa squadra che lo ha avuto come capitano dal 2001 al 2012: “49 anni oggi per la nostra Leggenda“, ha scritto la Juventus su X. “Recordman di presenze. Miglior marcatore. Capitano. Leggenda“.

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