Diventa osservato speciale e sarà sottoposto a una super-perizia il cuore di Alberto Rizzotto, l’autista del pullman che il 3 ottobre scorso è precipitato da un cavalcavia di Marghera, a Venezia, provocando la morte di 21 persone tra cui lo stesso conducente e il ferimento di altre 15. L’autopsia non aveva fornito elementi per sostenere che il conducente fosse stato colto da malore quando il mezzo ha cominciato a sbandare sulla destra, strisciando per una cinquantina di metri lungo il guardrail prima di abbatterlo e volare di sotto. Eppure dalle indagini è emerso che l’uomo si era rivolto in più di una occasione al pronto soccorso, nelle settimane precedenti l’incidente, lamentando problemi di natura cardiaca. Così la Procura lagunare ha deciso di affidare una nuova perizia medica, che si baserà proprio sull’analisi del cuore, espiantato e messo a disposizione dei consulenti per gli accertamenti.

La sostituta procuratrice Laura Cameli ha affidato l’incarico a Cristina Basso, cardiologa dell’Università di Padova, che sezionerà nuovamente l’organo alla ricerca di eventuali malfunzionamenti che potrebbero aver causato il malore o direttamente il decesso di Rizzotto. La perita si avvarrà anche delle cartelle cliniche del paziente, per analizzare la situazione precedente all’incidente. La dottoressa Basso è specializzata nella ricerca di cause delle cosiddette morti invisibili: fu lei a occuparsi del decesso, del calciatore Piermario Morosini, avvenuto nel 2012 durante la partita Pescara-Livorno.

Il tema del possibile malore è cruciale nel procedimento penale che vede indagati l’amministratore delegato della società La Linea, Massimo Fiorese, e due tecnici del Comune, Roberto Di Bussolo e Alberto Cesaro. Il primo è chiamato in causa in quanto proprietario del bus (nell’ipotesi di malfunzionamento), gli altri per lo stato di manutenzione del guardrail, vecchio e alto appena mezzo metro, dimostratosi incapace di sostenere il pullman. L’ipotesi del cuore malfunzionante potrebbe influire anche sulla battaglia legale per il risarcimento dei danni: le cifre che la compagnia di assicurazione è chiamata a risarcire ai familiari delle vittime e dei feriti sono nell’ordine di decine di milioni di euro. Lo deve fare anche a un “caso fortuito” come un malore del conducente? Per questo gli accertamenti sul cuore assumono un’importanza decisiva. Il 28 novembre si svolgerà la nuova analisi autoptica e le diverse parti hanno provveduto alla nomina di consulenti, esperti delle “morti invisibili”. In gioco, oltre alla verità sulle cause dell’incidente, c’è una partita economica sostanziosa che potrebbe coinvolgere anche il Comune di Venezia, per quanto riguarda eventuali responsabilità sullo stato della strada e sulle catastrofiche conseguenze del sinistro.

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