Era rimasto paralizzato a causa di una caduta mentre stava lavorando all’Acquapark. Per vedersi riconoscere un risarcimento, però, ha dovuto attendere 20 anni. Lo racconta l’agenzia l’Agi, riportando il contenuto di una sentenza civile emessa dalla Cassazione: il Ministero dell’Interno, il Comune di Monsano (Ancona), un architetto e la società che gestiva la struttura di divertimenti sono stati condannati a risarcire con 632 mila euro l’ex lavoratore, che aveva 19 anni ai tempi dell’incidente.

A difendere l’ex dipendente è l’avvocato, Alessandro Lucchetti, che racconta: “Quel giorno il ragazzo stava lavorando, quando gli cadde il fischietto dalla bocca e nel tentativo di recuperarlo, si schiantò sullo scivolo kamikaze”. Il giovane rimase tetraplegico e ingaggiò una battaglia giudiziaria contro la società che gestiva l’Acquapark, ma tra rinvii, ricorsi e perizie il risarcimento è arrivato 20 dopo l’incidente.

In sede processuale è stata accertata la responsabilità della Commissione provinciale di vigilanza per aver reso accessibile al pubblico uno scivolo, che non era a norma. Secondo quanto già stabilito dalla corte d’Appello di Ancona, confermato dalla Suprema Corte, l’attrazione “è risultata difforme dalle regole tecniche e di comune prudenza sia quanto alla pendenza , sia quanto alla distanza della struttura di cemento approntata a distanza non regolamentare dal punto di approdo dello scivolo”.

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