“C’è una domanda che sta diventando abbastanza angosciante per molti: ma cosa ce ne facciamo delle ragioni e dei torti se perdiamo l’umanità? Questo è il punto. Ma è possibile che l‘Onu propone il cessate il fuoco e c’è chi fa i distinguo? Ma la comunità internazionale, che avrebbe la forza per farlo, può dire ‘basta e poi ragioniamo’?”. Sono le parole pronunciate a Otto e mezzo (La7) da Pier Luigi Bersani, commentando la strage di civili a Gaza e la polarizzazione del dibattito sul conflitto israelo-palestinese.

E sulle manifestazioni pro Israele e pro Palestina aggiunge: “Anche io ho le mie idee, per l’amor di Dio. Alziamo pure le nostre bandiere, ma che siano tutte sotto la bandiera della pace. Guardate che gli storici più avveduti ci spiegano che nel ‘900 le guerre mondiali non sono scoppiate solo perché le volevano gli Stati e le diplomazie – continua – ma anche perché nella testa della gente è entrata la cultura della guerra. Questo è un fatto che si comincia a sentire. Bisogna fermare tutto questo. Basta. Ci sia il cessate il fuoco e dopo si ragioni, perché le ragioni e i torti non sappiamo dove metterceli di fronte a questa tragedia”.

Bersani, che ha partecipato al docu-film di Riccardo Milani “Io, noi e Gaber” sul compianto Giorgio Gaber, rivela infine cosa penserebbe l’artista sul dibattito italiano relativo alla guerra israelo-palestinese: “La bestia nera di Gaber era l conformismo. Adesso vedrebbe uno zoo di conformismo e non delle voci libere che non si lasciano impressionare dalle etichette del tipo “antisemita” e che dicono: basta, basta, basta. Voci libere e forti ci vogliono qui, ragazzi – chiosa – Non le vedo abbastanza: troppo conformismo nelle diverse posizioni. Anche nei grandi meccanismi dell’informazione vedo questo. Non è che puoi parlare e scrivere solo perché hai orecchiato da questa o da quell’altra ambasciata. Così non si va da nessuna parte”.

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