Don McCullin è davvero l’erede di Robert Capa? Sicuramente entrambi scattarono la guerra nelle sue forme più crude, ma la prima guerra, quella che dette la notorietà al giovane Don, non fu né il Vietnam, né l’Africa. La guerra McCullin la trovava sotto casa, nelle periferie più desolate di Londra. E’ qui che scatta migliaia di foto a derelitti della società e ai cosiddetti ‘teddy boys’, i giovani scapestrati di una gang ritratti nel 1959 curiosamente sempre in giacca e cravatta, pur nella loro miseria etica e morale.

Fin da piccolo asso della camera oscura, McCullin riesce a stampare le sue foto, rigorosamente in bianco e nero, come se fossero dei quadri di Caravaggio. Se la composizione è impeccabile, la luce è senz’altro la sua cifra artistica che promana da tutti gli scatti, anche da quelli fatti in Africa, seguendo la triste scia di morte dell’Aids o delle infinite guerre umane.

A Roma, il Palazzo delle Esposizioni ospita oltre 250 scatti del maestro inglese, partendo proprio dagli esordi, passando per le immagini dei molti conflitti, per concludersi con i paesaggi inglesi e quelli delle vestigia dell’Impero romano. Sono queste ultime le immagini meno significative del lavoro di fotografo di McCullin, le quali rivelano, tuttavia, la stanchezza e la fragilità dell’uomo che ha trascorso la vita faccia a faccia con la sofferenza, la malattia, la disperazione e la morte.

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Concediamo dunque a Don, che ha oggi quasi ottant’anni, il riposo anche mentale, dopo una militanza fotografica lunga sei decadi.

La mostra di Don McCullin, il cosiddetto erede di Robert Capa, sarà a Roma fino al 28 gennaio del 2024, ma per una di quelle irripetibili coincidenze della vita, potrete confrontarla con quella del presunto maestro magiaro.

In occasione dei 110 anni dalla nascita di Robert Capa, infatti, la Galleria dell’Accademia d’Ungheria a Roma ospita proprio una mostra di Capa fotoreporter. Esposte settantacinque immagini della sua vita, dalla foto che cattura la conferenza di Trockij, una delle sue prime commissioni, a quella scattata durante la guerra d’Indocina. Il suo scatto più famoso, Morte di un miliziano lealista, del 1936, dialoga idealmente con quella magistrale del senzatetto irlandese di McCullin scattata nel ’70.

Ci sarà tempo per i confronti: la mostra di Capa resterà aperta fino al 19 novembre 2023.
Una ‘battaglia’ tra titani dell’obiettivo che gli amanti della fotografia non potranno perdere.

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