Deciso calo dell’inflazione italiana in ottobre che passa dal 5,3% di settembre all’1,8%, valore più basso da oltre due anni. Il confronto annuo è fortemente influenzato dall’andamento dei prezzi dell’energia che nell’ottobre dell’anno scorso avevano raggiunto un picco. Rispetto a settembre i prezzi sono scesi in media di un modesto 0,1%. Quelli degli alimentari sono saliti dello 0,1%. Per il “trimestre anti inflazione” (gli sconti su alcuni prodotti concordati da governo e distributori) quindi un avvio in sordina, a voler essere buoni.

Non avendo forse avuto modo di leggere bene i dati, il ministro del Made in Italy e delle Imprese parla però di un successo straordinario. “Grazie! Grazie al Sistema Italia per questa prova di coesione e di solidarietà che ha avuto un pieno e straordinario successo. Nel primo mese del ‘carrello tricolore l’inflazione è crollata di 3,5 punti percentuali, dal 5,3% all’1,8%, migliore performance in Europa! E siamo per la prima volta ben al di sotto di Francia, Germania e Spagna e della stessa media dell’Eurozona. Obiettivo raggiunto”, afferma Adolfo Urso.

Il cosiddetto carrello della spesa, sotto indice che include beni alimentari, per la cura della casa e della persona, passa da +8,1% a +6,3% e quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +6,6% a +5,6%).L’inflazione acquisita per il 2023 è pari a +5,7% per l’indice generale e a +5,1% per la componente di fondo (ossia al netto dei prezzi di alimentari ed energia, i più variabili).

La frenata dell’inflazione coinvolge tutta la zona euro dove il tasso è sceso, più delle attese, al 2,9%, rispetto al 4,3% di settembre e al 5,2% di agosto. Il carovita si avvicina quindi a quel 2% considerato valore ottimale dalla Banca centrale europea, circostanza che potrebbe aprire spiragli per un ammorbidimento delle politiche monetarie di Francoforte anche alla luce del fatto che sembra che la stretta attuata sinora stia effettivamente contribuendo a raffreddare i prezzi (e frenando la crescita economica). Il carovita è diminuito anche in Francia (da 5,7 a 4,5%) e Germania (da 4,3 a 3%) mentre è risalita in Spagna (da 3,3 a 3,5%)

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