È stato siglato a palazzo Chigi il cosiddetto “patto anti inflazione”. Nelle intenzione del governo, e in particolare del ministro delle Imprese Adolfo Urso, uno strumento per calmierare i prezzi sui beni di largo consumo. L’accordo che coinvolge alcune imprese della grande distribuzione arriva dopo che i buoi sono già da tempo scappati dal recinto. I rincari nei listini ci sono già stati el’inflazione, per effetto delle politiche monetarie della Bce e di una tregua sui costi energetici, è ora in discesa. Vedremo se questo accordo, che coinvolge una percentuale minima degli esercizi commerciali, avrà un qualche beneficio marginale nei prossimi tre mesi. A ottobre partiranno sconti del 10% sugli scaffali dei negozi che hanno aderito. I prodotti scontati saranno pubblicizzati in una campagna finanziata dalla presidenza del Consiglio (cioè dalle tasse di chi compra nei negozi) e saranno dotati di un bollino tricolore.

“Questo patto è uno strumento attraverso cui lavoriamo insieme per calmierare i prezzi sui principali beni di largo consumo. Un’iniziativa che va al di là del valore economico, è un bel messaggio alla nazione, agli italiani, sulla capacità che l’Italia ha ancora nei momenti di difficoltà di lavorare insieme, di cercare di muoversi come una comunità per raggiungere degli obiettivi”, commenta la presidente del Consiglio Giorgia Meloni dopo la firma. “Penso sia la prima volta che tutto il sistema Italia, la filiera alimentare, dei beni di largo consumo, firma un patto con il governo per tenere sotto controllo i prezzi del carrello della spesa, per aiutare famiglie, soprattutto quelle in difficoltà”, aggiunge Meloni spiegando che “Sono tre mesi di sperimentazione. È un esperimento e io sono molto ottimista sui risultati dell’esperimento”.

“Per le aziende della distribuzione si può oramai parlare di ‘biennio anti-inflazione: l’impegno del prossimo trimestre, durante il quale le nostre imprese potenzieranno l’offerta di risparmio per milioni di italiani, si aggiunge infatti a tutto lo sforzo messo in campo negli ultimi diciotto mesi per rallentare l’aumento dei prezzi al consumo, frenando la spinta della crescita dei costi energetici, delle materie prime e dei prezzi di listino dei prodotti industriali”, afferma il presidente di Federdistribuzione, Carlo Alberto Buttarelli. I dati dipingono una realtà diversa da quella tratteggiata da Federdistribuzione ma tant’è.

“Per rendere più efficace l’azione di contrasto all’inflazione e poter agire in maniera più strutturale, occorrono interventi che portino a una netta riduzione dei prezzi di listino dei prodotti, anche in relazione alle mutate condizioni di mercato delle materie prime e dei costi di produzione”, sottolineano in una nota congiunta Ancd-Conad, Ancc-Coop, Federdistribuzione, Confcommercio e FIesa-Confesercenti, insieme alle associazioni che rappresentano i settori delle farmacie e parafarmacie, che hanno firmato il protocollo di intesa. “Faremo molte centinaia di prodotti a prezzi ribassati, molte migliaia di prodotti a prezzi bloccati, poi ci saranno iniziative particolari nel corso di tutto il trimestre che si aggiungono a quelle che già facevamo” assicura il presidente di Ancc-Coop, Marco Pedroni.

Moderata soddisfazione da Assoutenti. “Il 4 ottobre chiederemo a ministro Urso di avviare monitoraggio su andamento panier. e Qualsiasi accordo teso a far diminuire i prezzi al dettaglio è una buona notizia, e per questo ringraziamo il governo e Urso, per l’impegno dimostrato, ma per capire quali reali vantaggi per le famiglie potrebbe determinare il paniere anti-inflazione occorrerà attendere e valutare i risultati sul campo”, afferma l’Associazione. “Il paniere anti-inflazione, in base alle stime di Assoutenti, potrebbe avere una potenzialità di risparmio per le famiglie pari a circa 4 miliardi di euro nel trimestre di applicazione, ma è evidente che esistono ancora troppe incognite sull’accordo, dal ruolo dell’industria alla scontistica, passando per la composizione stessa del paniere – spiega il presidente Furio Truzzi.

“Uno spettacolo scadente” commenta il presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, Massimiliano Dona. “Un patto senza obblighi, in cui ci si appella al buon cuore di chi lo ha sottoscritto, perché diventi più buono. Un fioretto in previsione del prossimo Natale. Una presa in giro per le famiglie che faticano ad arrivare a fine mese: ci si approfitta del fatto che a ottobre dello scorso anno si era raggiunto il record dell’inflazione, +11,8% contro il +5,4% tendenziale di agosto 2023, meno della metà, per poter cantare vittoria e gridare al successo del trimestre anti-inflazione, dato che, nel confronto tra ottobre 2023 e ottobre 2022, sarà inevitabile un crollo dell’inflazione. Ma si tratterà solo di un effetto ottico dovuto alla matematica” conclude Dona, “un miraggio”.

Articolo Precedente

La Germania è in contrazione, “la ripresa nel 2024 sarà legata all’aumento dei salari”. L’analisi dei 5 principali istituti economici

next
Articolo Successivo

Forte rincaro per le bollette elettriche dei prossimi 3 mesi (+ 18,6%). “Mercato non ha ancora trovato un equilibrio”

next