C’è un cortocircuito nella sinistra italiana che, in parte, ha difeso – e difende – i regimi arabi reazionari, come quello di Assad in Siria, e (allo stesso tempo) chiede la libertà e la tutela dei diritti umani dei palestinesi. Zerocalcare è solo l’ultimo, in ordine di tempo, a fare parte di questo gruppo di filo-palestinesi (anche se fino a ieri non sapevano distinguere Hamas da Fatah), a mostrarci come quanto detto sia vero. Per difendersi da Maurizio Crippa, vice direttore de Il Foglio di Bibi, che lo accusa di essere filo jihadista perché ha annunciato di non voler partecipare al Lucca Comics, causa patrocinio israeliano, Zerocalcare dice: “Io ero in Siria affianco di chi combatteva l’Isis”. Sì, è vero, e lo ha fatto – io credo – in maniera acritica, senza mai denunciare il fatto che la lotta “romantica” contro lo Stato Islamico dei curdi dell’Ypg, braccio armato siriano del PKK, è stata adoperata per portare avanti l’agenda di de-arabizzazione del nord est della Siria.

Interi villaggi siriani, mentre Zerocalcare disegnava Kobane Calling, sono stati svuotati della loro componente araba; nomi di strade e paesi cambiati dall’arabo al curdo in un crimine di guerra denunciato solo da Amnesty International e organizzazioni locali per la tutela dei diritti umani. Posso dire che ad ogni elogio all’Ypg, un villaggio siriano arabo cambiava nome. Ma, in quei momenti, Zerocalcare stava affianco delle donne, inquadrate nelle milizie curde sostenute da quei cattivoni (imperialisti) degli americani – i curdi stessi di prendere le armi dagli Usa –, a sentirle cantare “bella ciao”.

Una volta incantato, Zero ha propagandato a destra e a manca quello che aveva visto. Mentre la Siria, la vera guerra, scompariva. Non c’era e non c’è, in nessun suo racconto, una parola sul perché la guerra civile è cominciata – ammesso che lo sappia. Né una parola di condanna per il regime siriano.

Il motivo sta tutto nel bagaglio ideologico che una certa sinistra, più da centro sociale che da biblioteca informata, ha ormai da decenni. La causa palestinese, quella curda e la solidarietà internazionale verso quei paesi che si dicono anti-imperialisti, come Siria o Corea del Nord, sono i capisaldi della identità ideologica e dello sguardo sul mondo di questi comunisti su Marte. Acritico, poi, deve essere il loro sguardo per non venir relegati all’angolo: ecco perché Zero non ha visto i crimini di guerra. Ecco perché pontificano dei massimi sistemi, ma senza parlare con le società civili arabe coinvolte in questi drammi; senza parlare con gli intellettuali o gli artisti: è un dialogo allo specchio.

E se da una parte è una questione ideologica complessa; a destra, come ci dimostrano Claudio Cerasa, Crippa &Co, è molto più semplice l’analisi della loro visione del Medioriente: sono islamofobi e hanno timore degli arabi. Probabilmente, sognano di cancellarli, di essere i nuovi crociati. E’ solo il disprezzo verso gli altri – l’arabo – a muoverli. Nulla di più. Quindi, caro Zero, lasciatelo dire da un arabo: o sei coerente o i morti arabi li mettiamo sullo stesso piano, curdi/ siriani/palestinesi, sostenendo la libertà; o, altrimenti, vacci a sto Lucca Comics!

E Cin Cin alla tua incoerenza.

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