Cinema

Martin Scorsese rivela: “Liti continue tra DiCaprio e De Niro sul set, sono dovuto intervenire più volte. E’ stata una cosa senza fine”

Lo racconta Scorsese stesso in un’intervista al Wall Street Journal all’indomani dell’uscita del film al cinema

di Davide Turrini

“Ma il cuore di Killers of the flower moon dov’è?”. Pare che nemmeno Leonardo DiCaprio ci abbia capito molto del nuovo film di Martin Scorsese, interpretato dalla star hollywoodiana in chiaro debito di buoni suggerimenti per stare in scena. Lo racconta Scorsese stesso in un’intervista al Wall Street Journal all’indomani dell’uscita del film al cinema. Il regista italoamericano ricorda però un ulteriore questione da dirimere su un set che tutto sembra fuorché sereno: gli scazzi continui tra DiCaprio e Robert De Niro. “È stata una cosa senza fine, senza fine, senza fine. A un certo punto De Niro non voleva più parlare. Io e Bob ci siamo guardati spesso, l’uno con l’altro, e abbiamo alzato gli occhi al cielo”.

Insomma DiCaprio il perfezionista non capisce esattamente cosa stia facendo, si arrabbia con De Niro e chiede a Scorsese di fare qualcosa. Intanto DiCaprio era stato scelto per il ruolo poi finito a Jesse Plemons, ovvero quello del “buono” del film, l’investigatore della neonata FBI che risolve i misteri attorno alla morte degli indiani Osage nei primi anni venti in Oklahoma, ma la star avrebbe poi premuto per interpretare Ernest Burkhart, lo zotico nipote del proprietario di bestiame interpretato da un luciferino De Niro, che tornato dalla Grande guerra nella contea di Osage inizia a lavorare come autista e si invaghisce realmente della ricca indiana Mollie. Di Caprio avrebbe quindi chiesto di riadattare molte scene, di modificare battute, ma si sarebbe continuamente interrotto ripetendo molti ciak ponendo una mare di domande a Scorsese sul senso della scena. Atteggiamento che avrebbe fatto arrabbiare De Niro che con DiCaprio aveva già lavorato anni addietro (DiCaprio per Scorsese è invece attore feticcio con all’attivo ben sei titoli insieme). Peraltro l’attore era già intervenuto in preproduzione per modificare ampi stralci di sceneggiatura. Scorsese lo aveva già dichiarato all’Irish Times: “Dopo due anni che avevo lavorato alla storia Leo è venuto da me e mi ha chiesto dove fosse il cuore della storia (…) Io avevo passato serate con gli Osage e ho pensato, ‘beh, la storia c’e’”.

Insomma la storia ballerina che sta alla base di un film piuttosto mediocre (ne abbiamo scritto qui) pare un rimaneggiamento continuo e inesausto a mille mani: Scorsese, Eric Roth lo sceneggiatore, DiCaprio e anche qualche algoritmo alla Netflix (aggiungiamo noi) visto che sembra un film girato da qualche epigono di Scorsese che imita Scorsese. Ad ogni modo tornando allo “scazzo” tra DiCaprio e De Niro non si è ancora compreso bene cosa l’interprete di Taxi driver abbia rinfacciato al collega visto che entrambi campano su una serie di clichè recitativi e di genere, oltreché di personaggi da loro interpretati nel passato, che appiattisce il film in un vano tentativo di scontro edipico tra i due.

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