A Cuba, dove la boxe per tradizione è popolarissima, Angelo Raymond Morejon stava avendo una buona carriera da pugile dilettante. Decine e decine di incontri contro campioni olimpici e mondiali ed esperienze con la squadra nazionale giovanile e quella maggiore. Svanito però il sogno di andare alle Olimpiadi, Angelo voleva passare professionista. A Cuba il professionismo è stato reintrodotto soltanto l’anno scorso, dopo che Fidel Castro l’aveva bandito nel 1962, ma per il momento è riservato ad un gruppo ristretto di atleti, che rimane comunque sotto il controllo dello Stato. In Italia il ventottenne Angelo ha la mamma, che vive qui da 25 anni e si è risposata. Anche per questo motivo a Cuba non lo lasciavano uscire dal Paese per combattere. Temevano che avrebbe disertato per ricongiungersi con la madre, cercando la strada del professionismo in Europa. Lo scorso novembre però il ragazzo è riuscito ad andare in Russia per fare un incontro contro un pugile olimpionico. Ha combattuto quattro round a torso nudo (una boxe similare a quella dei professionisti) e con i soldi guadagnati dalla vittoria è fuggito verso l’Italia. Una vera odissea l’ha portato dalla mamma a Porretta Terme, città metropolitana di Bologna.

“A dicembre sono riuscito a raggiungere la Serbia – racconta al fattoquotidiano.it – sono rimasto lì due giorni e poi ho proseguito per la Croazia, ma mi hanno respinto due volte, alla terza sono passato e dalla Slovenia sono arrivato finalmente in Italia. Un viaggio nel quale ho camminato per la maggior parte del tempo attraversando il buio delle montagne. Ma ce l’ho fatta. Non ho mai avuto paura perché avevo l’obiettivo di raggiungere mia mamma, che non vedevo da tanto tempo, e di mettermi in gioco come pugile professionista, guadagnandomi così da vivere”. Ad ospitarlo ha trovato la palestra “Alto Reno Michele Adduci” e come maestro Emanuele Orlando. A Morejon sono rimasti i movimenti tipici della scuola cubana, ma è anche un peso massimo che sa colpire duro. Da quando è in Italia ha imparato a lavorare al corpo dell’avversario. Si sta dunque costruendo come un pugile completo. L’esordio è avvenuto il 16 luglio scorso a Sequals, la terra che ha dato i natali a Primo Carnera. Gli sono bastati due round per vincere per ko tecnico contro il serbo Dusan Krstin.

“Ora sono felice, ma non completamente. All’Havana ho lasciato mia figlia di cinque anni e i miei nonni. Non so quando potrò vederli. A Cuba non posso rientrare. Ma con pazienza tutto si sistema. Sì, il mio Paese mi manca. Qui dovrò trovarmi un lavoro da affiancare all’attività pugilistica però non è facile visto che non ho i documenti e non parlo ancora bene la lingua italiana”. In Italia ci sono altri pugili cubani passati al professionismo, c’è anche il fratello di Angelo. I due hanno la stessa madre e la medesima inclinazione per questo sport. Giovanni “Nino” Rossetti ha 22 anni, vive a Taranto, ed è stato campione italiano dei pesi medi, prima di perdere la cintura con il triestino Luca Chiancone. Tra qualche anno anche Angelo potrà ottenere la cittadinanza italiana e aspirare a quel titolo, ma nel frattempo aspetta altre opportunità. Venerdì 20 ottobre intanto il peso massimo Angelo Raymond Morejon detto “El Terrible” tornerà sul ring a Guidonia, dove affronterà il georgiano Imer Sidik.

Articolo Precedente

Olimpiadi, volano stracci nella Lega: Zaia vuole tutte le gare di sci alpino a Cortina. Fontana non ci sta: “Impossibile, restano in Lombardia”

next