Sul tavolo del Cdm di lunedì arriva la norma che mette le mani nelle case di milioni di italiani. Un articolo, il numero 19, alza di un quarto la cedolare secca per chi affitta immobili di proprietà per brevi periodi – a partire dalla seconda – portando l’aliquota dall’attuale 21% al 26. Di fatto, se sarà confermata, comporterà un significativo aumento della tassazione per chi ha messo a reddito un pezzo del patrimonio immobiliare – case vacanze o b&b che siano – equiparandolo, di fatto, a un albergo. L’aliquota ridotta rimarrebbe dunque solo per gli affitti sopra i 30 giorni. Critiche piovono dalle associazioni extra-alberghiere, esultano invece quelle alberghiere che caldeggiamo la misura da tempo insieme ai sindaci delle città turistiche preoccupati per lo spopolamento dei centri storici.

Federalberghi, del resto, vanta ottimi rapporti con due delle tre forze di governo. Tanto che, come rivela il Fatto Quotidiano, c’è un solo partito che l’associazione che rappresenta 27mila alberghi su 33mila ha deciso di finanziare direttamente, ed è Fratelli d’Italia, oggi al timone del governo: nel 2019 l’associazione capitolina ha versato nelle casse del partito della Meloni 4mila euro, una cifra modesta che fa ben capire però da che parte penda, posto che nessun altro partito ha ricevuto analoghi “contributi liberali”. Il suo attuale presidente, Bernabò Bocca, era del resto onorevole di Forza Italia nella XVII Legislatura. Insomma, le ragioni degli albergatori dalle parti di Chigi sono ben rappresentate

Il testo deve essere sfuggito invece alla Lega, partito che si era dimostrato refrattario a precedenti tentativi. Vero è che il titolo e la collocazione (“misure di contrasto all’evasione”) non rendevano agevole capire subito dove andasse a parare, e cioè sul doppio fronte delle entrate fiscali di una manovra senza soldi e dell’aggiramento dei veti come quello di Salvini, cui bastò un tweet per stoppare la riforma degli affitti brevi. Eccolo: “Articolo 19: Modifiche alla disciplina fiscale sulle locazioni brevi e sulle plusvalenze in caso di cessione a titolo oneroso di beni immobili”.

Con quali effetti sui saldi di finanza pubblica (e per le famiglie) non è dato sapere. Se è certo che la misura aumenta di quasi un quarto il peso fiscale che graverà su milioni di italiani sulle cifre non c’è chiarezza. Da giorni ne circolano diverse al Ministero dell’Economia come a quello del Turismo, e pure – a quanto scrive Repubblica – tra un gruppo ristretto di deputati e senatori del centrodestra che ha letto la bozza (ormai definitiva) della manovra, attesa nei prossimi giorni in Parlamento.

Secondo l’anticipazione del quotidiano (di ieri) non mancano malumori per la scelta non condivisa prima con i capigruppo di Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia. L’aumento della tassazione farà discutere, oltre a generare fibrillazioni dentro la maggioranza, considerando che il leader del Carroccio Matteo Salvini aveva congelato (senza comunicarlo prima agli alleati) il testo di riforma sulle locazioni brevi al quale aveva lavorato la ministra Daniela Santanché, insieme ai parlamentari di Fratelli d’Italia. Il cuore del provvedimento era il vincolo di due giorni per l’affitto breve per beneficiare della cedolare. “Non possiamo limitare la libertà dei cittadini“, aveva tuonato.

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