“Sulla mancata realizzazione della pista da bob a Cortina, il governo è sempre più in confusione. Il ministro Andrea Abodi venga alle Camere a riferire su quella che sta diventando una farsa“. Difficile dare torto alla senatrice Aurora Floridia di Alleanza Verdi e Sinistra, che conferma l’impressione di un governo incapace di trovare una linea unitaria sul tema delle Olimpiadi invernali 2026 addirittura nei suoi massimi vertici. Da una parte il presidente del Coni Giovanni Malagò ha comunicato al Cio, in India, che non ci sono né i soldi né il tempo per costruire lo Sliding Centre di Cortina, un’opera da almeno 124 milioni di euro, che avrebbe richiesto un ulteriore finanziamento di una cinquantina di milioni. Per questo si deve andare all’estero. Sulla stessa linea si sono espressi sia Abodi (“No a risorse ulteriori in una fase così delicata per l’economia”) che il ministro del Made in Italy Adolfo Urso (“Per l’Italia non è più tempo di cattedrali nel deserto”).

In mezzo sta Matteo Salvini, ministro delle Infrastrutture, con un enigmatico silenzio. Dall’altra parte ci sono due esponenti di peso di Forza Italia, Antonio Tajani e Paolo Zangrillo, che rilanciano un’ipotesi mai stata presa seriamente in considerazione da chi doveva costruire la pista. Il vicepresidente del consiglio e ministro degli esteri ha dichiarato: “Bisogna fare di tutto per far svolgere ogni gara dei prossimi Giochi all’interno del territorio nazionale, se si può utilizzare la pista di bob usata per le Olimpiadi di Torino credo si debba fare. Ho parlato con il presidente del Piemonte che è pronto a fare investimenti. Io faccio il tifo per il Piemonte”. Per evitare strappi all’interno dell’esecutivo Meloni, ha però precisato: “Non tocca a me prendere queste decisioni, io dico solo quello che penso e che pensa Forza Italia. Non è una posizione di governo, ma di Forza Italia. È un modo per portare turisti e presenze in Piemonte, una regione del Nord molto importante e ben governata da Forza Italia”. Si è accodato Zangrillo, ministro per la pubblica amministrazione: “Sono pienamente d’accordo: non possiamo assolutamente perdere questa importante opportunità per il Piemonte e per l’intero Paese. La nostra Regione può dare un contributo essenziale al successo delle Olimpiadi”.

L’ipotesi di riadattare la pista di Cesana Pariol, usata solo per qualche anno dopo i Giochi 2006, è stata considerata troppo costosa (dai 30 ai 40 milioni di euro), anche perché l’impianto ha dimostrato, per collocazione geografica, di non avere un futuro. Sono stati proprio i costi, uniti alla ristrettezza dei tempi, a bloccare l’ipotesi Cortina, a distanza di quattro anni dalla presentazione della candidatura. Dalla bocciatura vicenda esce scornato soprattutto il presidente veneto Luca Zaia. Lunedì ha scritto a Malagò e all’amministratore delegato di Fondazione Milano-Cortina, Andrea Varnier, aprendo di fatto un conflitto con Milano e la Lombardia. “Abbiamo appreso della rinuncia alla realizzazione dello Sliding Centre a Cortina d’Ampezzo. È evidente che tale scelta, se confermata, determina una rilevante penalizzazione nella distribuzione delle venue di gara tra le città di Milano e Cortina d’Ampezzo. Senza la pista da bob, la città veneta non potrà più ospitare le discipline di bob, skeleton e slittino, bensì solo quelle di sci alpino femminile e curling. Ritengo necessario si affronti nelle opportune sedi la rideterminazione ai fini di un’equa assegnazione delle discipline olimpiche”.

Intervistato da Radio Cortina, il governatore ha poi lanciato un ultimatum istituzionale. “Si deve sapere che la Regione del Veneto è colei che ha presentato la candidatura, non solo per Cortina, ma per l’Area Dolomitica, anche Trento e Bolzano. Per questo noi a Cortina vogliamo essere compensati con altre discipline che toglieranno dalle altre sedi di gara. A me sembra logico e non c’è altro da aggiungere. Tanto è vero che questa sarà la nuova battaglia. È bene che tutti dormano sonni preoccupati”. Una minaccia? “Non lo dico come minaccia, lo dico semplicemente perché a me sembra logico davanti a quello che è accaduto, tra l’altro incomprensibile visto che il dossier approvato a Losanna dal Cio prevedeva il bob”.

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