Quarantacinque anni, radicalizzato, noto ai servizi segreti, forse un passato in Italia. È questo l’identikit di Abdesalem Lassoued, il tunisino ricercato dalle autorità del Belgio per l’attentato di lunedì sera a Bruxelles costato la vita a due cittadini svedesi.

Il sospettato, secondo quanto si legge sul sito della testata belga Sudinfo.be che cita fonti qualificate anonime, era conosciuto ai servizi di intelligence federali per la sua radicalizzazione islamica. Un’informazione che resta comunque “da confermare” ufficialmente. La tv belga Rtbf ha invece sostenuto che era noto alle autorità tunisine per dei fatti legati ad attività terroristiche.

L’uomo, secondo quanto riportano i media belgi, citando informazioni apprese dai servizi di sicurezza, è un richiedente asilo dal 2019 e che sarebbe domiciliato a Schaerbeek, quartiere noto per essere il luogo da cui proveniva uno degli attentatori dell’Isis che entrarono in azione nella stessa capitale del Belgio negli anni più sanguinosi del terrorismo islamico in Europa.

A Schaerbeek, infatti, era cresciuto Najim Laachraoui, uno dei kamikaze che la mattina del 22 marzo 2016 si sono fatti esplodere nell’aeroporto di Bruxelles. Schaerbeek è a soli 16 minuti di auto da Molenbeek, il quartiere dove aveva il suo rifugio Salah Abdeslam, uno degli attentatori degli attacchi terroristici del 2015 a Parigi, e dove almeno sei dei sette attentatori di Parigi avevano collegamenti. Nel quartiere, a notte fonda, sono scattate perquisizioni delle teste di cuoio belghe alla caccia di Adesalem Lassoued.

Secondo quanto confermato dalla procura belga, il video di rivendicazione apparso su un profilo Facebook “intestato” a Slayem Slouma – poi oscurato da Meta – è attendibile. Lo stesso profilo, come notato sui social, alcuni anni fa erano stati postati alcuni video che riprendono Lassoued in piazza della Vittoria a Genova. Una vicenda che al momento Ilfattoquotidiano.it non ha ancora potuto verificare autonomamente.

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