È il più giovane presidente della repubblica della storia dell’Ecuador, nonché il figlio dell’uomo più ricco del Paese, che per cinque volte si era candidato senza successo alla massima carica dello Stato. Daniel Noboa Azín, 35enne leader del movimento liberale Adn, ha vinto il ballottaggio presidenziale superando la rivale di sinistra di Revoluciòn Ciudanana, Luisa González. Con lo scrutinio da parte del Consiglio nazionale elettorale (Cne) giunto al 90,87% del totale, Noboa ha ricevuto 4.881.100 voti pari al 52,30%, contro i 4.451.243 raccolti da González (47,70%). In una trasmissione a reti unificate, la presidente del Cne, Diana Atamaint, ha ufficializzato la “tendenza irreversibile” della vittoria di Noboa. Nella sua prima dichiarazione da vincitore, il giovane leader liberale ha sottolineato che “oggi abbiamo fatto la storia, le famiglie ecuadoriane hanno scelto un Paese con sicurezza e occupazione”.

Il ballottaggio González ha riconosciuto la vittoria del suo rivale e gli ha promesso collaborazione in Parlamento, “ma non certo per “privatizzare le nostre risorse o rendere precaria la vita dei cittadini”. Il capo dello Stato eletto era entrato a sorpresa nel secondo posto utile per il ballottaggio al termine del primo turno svoltosi il 20 agosto, dove aveva ottenuto il 23,47% dei voti, circa un milione meno di González, vincitrice con il 33,61% dei suffragi. Ma grazie anche alla confluenza sulla sua candidatura dei voti di vari aspiranti alla presidenza eliminati in agosto, Noboa è riuscito nell’impresa di ribaltare il risultato e di entrare quindi nel palazzo di Carondelet il prossimo dicembre come successore di Guillermo Lasso.

Il profilo e il programma del presidente – Di formazione imprenditore e con una relativamente breve esperienza politica di due anni in Parlamento (2021-2023), Noboa è figlio di Alvaro Noboa, l’uomo più ricco dell’Ecuador, proprietario di oltre cento società dagli Stati Uniti alla Nuova Zelanda e fondatore della Exportadora Bananera Noboa, multinazionale esportatrice di banane dal paese sudamericano. Durante le campagne elettorali dei due turni di votazione, il neoeletto presidente ha cercato di mostrarsi come una personalità “fuori dall’establishment”, assicurando comunque di voler rafforzare il modello di libero mercato esistente nel Paese. Gli altri obiettivi che ha promesso di affrontare immediatamente sono quelli di contrastare la violenza e l’insicurezza che si sono impadronite dell’Ecuador da alcuni anni e di dare una risposta rapida alla carenza di posti di lavoro. Obiettivi che richiederanno un forte impegno, visto fra l’altro che il suo mandato presidenziale, essendo una continuazione di quello interrotto da Lasso con lo scioglimento del Parlamento durerà appena 18 mesi, fino al maggio 2025 quando si svolgeranno nuovamente elezioni generali.

Il primo turno e le violenze nel Paese – Al primo turno, che si era svolto il 20 agosto, Gonzalez aveva vinto con il 33.61% davanti a Noboa (23,47%), qualificatosi a sorpresa per il ballottaggio. Undici giorni prima di quell’appuntamento, a sottolineare il grave clima di violenza esistente in Ecuador, era stato ucciso con tre colpi di pistola alla testa il candidato governativo Fernando Villavicencio. Un evento tragico che ha avuto uno sviluppo all’inizio di ottobre quando sette detenuti, accusati dell’omicidio del leader politico, sono stati a loro volta brutalmente giustiziati da sconosciuti nel carcere di Guayas I. A quel punto, in tema di sicurezza Gonzalez aveva proposto di investire 500 milioni di dollari per il rafforzamento della polizia e il controllo antidroga di porti e aeroporti, mentre Noboa con il suo ‘Plan Fenix’ pensava, fra l’altro, a più incisivi servizi di intelligence in funzione anticrimine, con il sostegno di Israele, e perfino a prigioni galleggianti per i detenuti più pericolosi.

Tutto ciò perché a partire dal 2019 l’Ecuador si è rapidamente trasformato da un Paese considerato sicuro e tranquillo, in un laboratorio delle più efferate violenze, con rivolte carcerarie, ripetuti massacri, scontri armati fra bande criminali, e un bilancio di morti che nel 2023 già supera i 4.000. Quest’emergenza ha segnato emotivamente la campagna elettorale per il secondo turno, al punto che nelle ultime settimane, sia Noboa che González si sono presentati ai comizi indossando giubbotti antiproiettile a vista e utilizzando meccanismi di sicurezza ravvicinati.

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