In un recente post autoincensante sui social network a proposito della Ryder Cup, un fallimento in termini di coinvolgimento dei cittadini e di aumento dei golfisti, l’ennesimo maxi evento che ha paralizzato Roma, il sindaco Roberto Gualtieri ha celebrato l’indotto dei maxi eventi, appunto, e dei turisti. Ma come ha mostrato anche una recente ricerca di Bankitalia-Camera di Commercio, Roma si è arricchita in questi ultimi anni solo di lavoro povero. Non di cultura, non di servizi, né è aumentata la qualità della vita.

Ai romani, dal turismo, viene pochissimo. Si arricchiscono albergatori e ristoratori, grazie a anche a norme totalmente improntate alla deregulation come la possibilità di mettere tavolini per le strade senza alcuna autorizzazione, con conseguenze devastanti nei centri storici e anche nei quartieri limitrofi delle città (una norma che il centrodestra vorrebbe prorogare di un anno, in sfregio a qualsiasi idea del diritto, e in nome di una emergenza Covid non solo finita, ma da una parte di loro stessi a lungo negata).

Centro storico invaso dal degrado (e inaccessibile a studenti e lavoratori)

Molti conoscenti che non vivono a Roma o non conoscono il centro pensano che si tratti di una zona boutique. Una sorta di fortino dei ricchi, che voglio proteggersi con ztl, appunto e divieti. Non è così. Il degrado nel centro storico è enorme, totale. La spazzatura regna ovunque perché c’è un milione di turisti al giorno e zero cestini. Il caldo è più asfissiante che in altre zone non centrali, perché in centro mancano alberi. Tutto si è trasformato in un enorme luna park per turisti, ai quali va spillata ogni lira, ci sono tavolini dappertutto, peraltro orrendi perché manca ancora la normativa sul catalogo degli arredi, dunque capaci di deturpare con la loro presenza a bruttezza alcune delle piazze più belle del mondo.

Molti di questi locali hanno preso l’abitudine di montare casse esterne, che sono vietate, per mettere musica, tanto i residenti ormai sono pochi panda che contano zero. Chiudono luoghi che servivano a chi i quartieri li abita; aprono alberghi, ovunque, i prezzi dei supermercati si impennano, i palazzi si riempiono di b&b, i costi degli affitti aumentano alle stelle, studenti e lavoratori non riescono più, letteralmente, a trovare una stanza, né in centro né nelle zone anche limitrofe, dove i prezzi sono aumentati di conseguenza.

Undici voli al giorno. Solo Roma-New York

In questo senso, c’è da celebrare la decisione di Dario Nardella, sindaco di Firenze, che ha vietato nuovi alloggi per turisti nel centro storici e deciso di azzerare l’Imu a chi affitta a famiglie. Una misura coraggiosa, che verrà purtroppo certamente impugnata, e che è rimasta per ora isolata.

È una situazione drammatica a cui si aggiunge la questione ambientale. Le emissioni prodotte da chi arriva con l’aereo sono una cifra importantissima, sia in tutto il mondo sia in riferimento al solo turismo verso Roma, basti pensare – un dato letteralmente drammatico – che ogni giorno atterrano a Roma undici voli da New York. Undici, ogni giorno.

La città di Roma soffre, soffre di caldo, di traffico, di degrado, ma niente: bisogna spremerla fino all’ultimo, fino a quando non resterà nulla. A beneficio di chi?

Il dramma nel dramma è che in molte città governa ancora la sinistra. E che la sinistra, in generale, in questi anni non ha voluto né portato avanti alcuna visione alternativa sul saccheggio delle città. Come ho detto, la decisione del sindaco Nardella è rimasta per ora isolata. Gualtieri non sembra avere il coraggio di seguire una strada assolutamente necessaria. Perché?

Se si sindaci (anche di sinistra) si occupano solo di maxi eventi

Perché la sinistra non si occupa più di giustizia sociale, povertà, povertà abitativa, uguaglianza. Di queste cose, in verità, non si occupa proprio più nessuno. A Roma, il sindaco è soprattutto impegnato ad ottenere candidature per maxi eventi, gestirli, promuoverli. A celebrare Roma come capitale attrattiva, che “stupisce”, verbo che al sindaco piace moltissimo. Nessuno, a sinistra, vuole mettere in discussione la crescita economica in generale, quella del turismo in particolare. Il turismo è sempre positivo, è sempre ricchezza (per chi?).

E poco importa se Roma sta morendo, se non cresce in cultura, in qualità di vita. Se le persone che ci vivono non riescono a spostarsi, se nelle metro si entra a spintoni, anche perché con i turisti aumentano gli utenti, se è impossibile ormai in città un buco per lavorare e per vivere. Se si muore di caldo, ma i famosi boschi urbani e corridoi di alberi sono un’utopia rimasta sulla carta. Di questo non importa a nessuno, ovviamente non alla destra, questa destra, ma neanche a sinistra.

Ormai, la celebrazione del profitto è un unico, immenso coro. E chi lo produce va favorito in ogni modo. Anche a discapito di chi, invece, ne subisce le conseguenze. E non può difendersi, né, soprattutto, trova più qualcuno che lo rappresenti.

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