Già da giorni circolano notizie riguardanti il possibile uso di fosforo bianco da parte dell’esercito israeliano sulla Striscia di Gaza. Alle affermazioni, però, non erano fino ad oggi seguite prove fotografiche o video. ma adesso il Washington Post pubblica un video che, sostengono, prova l’utilizzo di questa arma, illegale secondo le convenzioni internazionali se impiegata contro obiettivi civili. L’esercito israeliano nega però l’accusa: “L’attuale accusa rivolta all’Idf è inequivocabilmente falsa – si legge in un comunicato – L’Idf non ha utilizzato tali munizioni”.

Nelle immagini si vedono munizioni esplodere in aria e rilasciare la caratteristica pioggia di fuoco a cascata che, a contatto con un obiettivo, incendia tutto ciò che trova. Il video mostra due colpi di artiglieria sparati in rapida successione verso gli obiettivi. In una nota Human Rights Watch ha confermato che il fosforo bianco è stato usato sopra Gaza City.

Conferme che arrivano anche da Amnesty International. Secondo il loro Crisis Evidence Lab dell’organizzazione internazionale, le unità militari israeliane che colpiscono Gaza sono equipaggiate con proiettili di artiglieria al fosforo bianco. “Stiamo indagando su quello che sembra essere uso di fosforo bianco a Gaza, compreso uno attacco compiuto vicino a un hotel sulla spiaggia di Gaza City”, ha scritto l’organizzazione su X.

Il fosforo bianco, nonostante sia innescata da una reazione chimica, è classificata come arma incendiaria e in quanto tale il suo utilizzo non è completamente vietato dalle Convenzioni internazionali, anche se molto limitato. Queste, infatti, non possono essere utilizzate in maniera indiscriminata su aree civili. Anzi, se ne può fare uso solo nel caso in cui si voglia colpire un obiettivo militare accertandosi però che nell’area colpita non vi sia la presenza di abitazioni o popolazione civile. Le bombe al fosforo possono essere usate solo a scopo di illuminazione, per spaventare o per nascondere le proprie truppe, come cortina fumogena per coprire la ritirata o impedire al nemico di avanzare, e infine contro obiettivi militari ma solo in mancanza di civili o edifici ad uso civile, impedendone così di fatto l’uso nelle aree urbane.

Situazione ben diversa da quella che emerge dalle immagini pubblicate dal quotidiano americano, con le esplosioni che avvengono vicine ai palazzi residenziali, sul lungomare di Gaza City. Se l’autenticità delle immagini venisse confermata, si tratterebbe di un crimine di guerra commesso dall’esercito d’Israele.
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