La Tunisia vuole ritrattare il memorandum d’intesa siglato con l’Unione europea. Il presidente tunisino Kais Saied ha infatti deciso unilateralmente, il 26 settembre scorso, di rinviare la visita di una delegazione della Commissione europea prevista per questa settimana in Tunisia per esaminare i punti che dovranno essere negoziati nell’accordo sull’immigrazione che, a detta dei funzionari europei e del governo italiano, dovrebbe limitare il numero di migranti in partenza dalle coste tunisine verso l’Italia. L’annuncio della presidenza tunisina arriva pochi giorni dopo lo stanziamento di una prima tranche, dal valore di 127 milioni di euro (60 milioni di euro in aiuti per il sostegno al bilancio e altri 67 milioni di euro per l’assistenza operativa sulla migrazione), da parte della stessa Commissione a Tunisi, in base agli accordi del luglio scorso.

Il ministro degli interni tunisino Kamel Feki, in un video pubblicato il 29 settembre sulla pagina Facebook del dicastero, ha poi chiarito meglio il perché della decisione della presidenza di Tunisi, spiegando che “la questione dell’immigrazione irregolare richiede sacrifici e concessioni reciproche da parte delle nazioni più ricche del mondo” e che, pur escludendo l’esistenza di un “disaccordo” con l’Unione europea su questo tema, la Tunisia ha bisogno di più tempo per “studiare i punti che dovranno essere negoziati sotto forma di accordo”. Il ministro Feki ha infatti spiegato che “gli europei devono essere più flessibili nell’affrontare questo accordo, che è considerato un memorandum d’intesa, cioè un compromesso preliminare che determina le modalità di comportamento tra la Tunisia e l’Unione europea in materia di cooperazione bilaterale”. Ha poi sostenuto che “gli organismi internazionali stanno cercando” di veicolare l’opinione pubblica verso un discorso che descrive la Tunisia intenta a lavorare per “gli obiettivi dei paesi europei”. “Ma la Tunisia può solo difendere i suoi di confini”, ha chiarito il ministro tunisino, mostrando quindi tutto lo scetticismo di Tunisi verso l’effettiva e piena realizzazione del memorandum così com’è stato approvato lo scorso 16 luglio e fortemente voluto dalla premier italiana Giorgia Meloni.

Il ministro dell’interno tunisino Feki ha spiegato poi che la “la Tunisia non può in nessun caso fungere da guardia di frontiera per altri paesi”. E quasi ricalcando le dichiarazioni di alcuni esponenti dell’esecutivo italiano, ha voluto “inviare un messaggio forte alle ong internazionali” che, secondo lui, “stanno facendo tutto il possibile per manipolare la questione migratoria al servizio degli interessi degli europei”. Secondo il ministro Feki, infatti, “la Tunisia non può assorbire massicci flussi di migranti irregolari oltre le sue capacità sociali e finanziarie, né può continuare a fungere da paese ospitante” per gli immigrati sub-sahariani in transito verso l’Europa. “La Tunisia ha costantemente espresso il suo sgomento per l’escalation dei flussi migratori irregolari”, ha aggiunto, sottolineando che l’immigrazione irregolare dovrebbe essere affrontata secondo un approccio globale basato sul “consolidamento delle economie dei paesi di origine dei migranti, sulla creazione di opportunità di lavoro per i giovani e sulla neutralizzazione delle reti della tratta di esseri umani”.

Secondo gli ultimi dati registrati tra gennaio e metà settembre 2023 dal ministero dell’interno tunisino, il numero totale di migranti che hanno tentato di attraversare illegalmente le frontiere marittime verso l’Europa ha raggiunto quasi 72.516 persone, di cui 14.459 tunisini, ovvero quasi il 20%. Il numero delle persone salvate in mare è stato di 19.033, mentre il numero degli intermediari e dei trafficanti arrestati ha raggiunto le 909 persone e il numero delle imbarcazioni sequestrate è di 824. Nello stesso periodo sono stati sventati, dalle guardie costiere e di frontiera tunisine, 5.609 tentativi di attraversare illegalmente le frontiere marittime, mentre 488 imbarcazioni sono affondate e circa 1.290 corpi sono stati recuperati in mare. Secondo invece i dati del Viminale, dall’inizio di quest’anno in Italia sono sbarcati 133.170 migranti. Secondo le elaborazioni di Matteo Villa, ricercatore dell’Ispi, la Ong Humanity1, finanziata anche dal governo tedesco, ne ha sbarcati 753 (lo 0,6% del totale) e, in totale, ong battenti bandiera tedesca ne hanno sbarcati 2.720 (il 2% del totale). Una risposta alle teorie del governo italiano e tunisino sul ruolo delle ong nell’aumento del flusso migratorio tra le coste africane e Lampedusa.

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