Forte calo per l’inflazione tedesca in settembre. Il carovita scende al 4,3% dal 6,4% di agosto, ossia il valore più basso da due anni e quindi anche da prima dell’invasione dell’Ucraina. Il dato di settembre non incorpora però l’effetto del forte aumento delle quotazioni petrolifere delle ultime settimane che potrebbe invece farsi sentire sulle prossime rilevazioni. La contrazione del tasso di inflazione della prima economia europea è una buona notizia per la Banca centrale europea che sta cercando di riportare l’inflazione della zona euro intorno a quel 2% considerato un valore ottimale.

Tuttavia il dato tedesco è stato accompagnato da uno di segno opposto proveniente dalla Spagna dove l’inflazione è salita al 3,5% dal 2,6% di agosto, principalmente a causa degli aumenti di carburanti e tariffe energetiche. Citando l’aumento del petrolio la banca centrale spagnola prevede un’ulteriore accelerazione dei prezzi. In Irlanda, la crescita dei prezzi è accelerata al 5% dal 4,9%. Rialzo, seppur modesto anche in Irlanda, dove il dato passa da 4,9 a 5%. Il dato italiano e quello dell’intera area euro verranno diffusi venerdì. Il presidente della Bundesbank Joachim Nagel ha messo in guardia dal dare per vita l’inflazione, affermando che potrebbero essere necessari ulteriori aumenti dei tassi.

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